Tradizioni del Cilento: il Volo dell’Angelo a Vatolla

Arturo Calabrese

Si rinnova l’appuntamento con l’Angelo a Vatolla

Il Cilento è una terra di tradizioni che spesso mischiano sacro e profano annichilendo quella linea di demarcazione che li divide. Uno degli esempi più fulgidi di tale assioma è la rappresentazione del duello tra il bene e il male, il “Volo dell’Angelo”. Gli eterni duellanti sono per l’appunto l’Angelo e il Diavolo che lottano per la supremazia. Le rappresentazioni nel territorio cilentano, così come in tutta l’Italia meridionale, seguono un canovaccio simile: un bambino o una bambina del posto impersonano il messo divino, vengono legati ad una robusta corda d’acciaio tesa tra le estremità di un edificio e tramite una carrucola la percorrono, dando la sensazione di un Volo. Il Diavolo sfida l’Angelo, i due hanno un dialogo recitato e cantato, c’è il duello vero e proprio dal quale è il bene ad uscire vittorioso ed infine l’Angelo torna nei Cieli cantando.

Tra le più suggestive vi è di certo la rappresentazione che si tiene a Vatolla, piccola frazione del comune di Perdifumo. Tale suggestività è data dal luogo e dalla data nei quali essa si svolge. La corda d’acciaio è posizionata tra le torri del Palazzo De Vargas, ieri dimora della nobile famiglia Rocca dove trovò ospitalità il filosofo napoletano Giambattista Vico ed oggi sede della fondazione culturale e istituto d’alta cultura che di lui porta il nome. Particolare anche la data: il 15 agosto alle ore 12.00, dopo la messa in onore di Santa Maria delle Grazie, la folla si raduna ai piedi del palazzo in attesa del Volo. Il dialogo fra i due protagonisti consta di battute rimaste quasi immutate da quando si hanno le prime testimonianze dell’evento. Tradizione voleva che ad interpretare l’Angelo e il Diavolo fossero rispettivamente figlio e padre ma, causa lo spopolamento dei piccoli centri e crisi delle nascite, si è dovuta abbandonare questa legge non scritta.

Tali disposizioni, i canoni da seguire, i segreti, erano tramandati oralmente dalle famiglie di Vatolla che annualmente si occupavano dei preparativi, come la famiglia Marzucca, depositaria storica dell’organizzazione. Difficile datare l’inizio della tradizione ma recentemente a Vatolla è stato effettuato uno studio sulla storia del Volo e si è riuscito a fare un percorso a ritroso fino al 1903. Prima testimonianza risale all’inizio del ‘900 grazie alle parole di Vincenzo Malandrino che ricordava, in rigoroso dialetto: «Il 1903 feci l’Angelo nella rappresentazione sacra che si faceva il 15 di agosto». Ciò fa capire che la manifestazione era per il centro cilentano già storia.

Una tradizione vivissima ancora oggi che viene portata avanti e rinnovata ogni anno come un vero valore territoriale, identitario e culturale del Cilento.

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