Capaccio Paestum, comune pronto a sfrattare la moglie dell’ex sindaco

Paola Desiderio

Al via azione legale per rientrare in possesso dell’immobile che ospita il “Nettuno”

Il Comune avvierà un’azione legale per rientrare in possesso del complesso immobiliare che ospita il ristorante Nettuno, nell’area archeologica di Paestum. Lo ha deliberato la giunta lo scorso 25 luglio. A chiedere all’ente di avviare l’azione legale è stata la Procura generale della Corte dei conti della Campania secondo cui l’immobile, che il Comune di Capaccio aveva acquistato dai germani Mansi-Forlani nel 1931, poi donato con delibera podestarile all’Ente morale per gli scavi di Paestum, sarebbe di proprietà del Comune in quanto non è mai avvenuta la stipula del contratto di donazione all’ente.

Il ristorante ospitato nell’edificio storico, a pochi metri dalla cosiddetta Basilica e dal Tempio di Nettuno, è gestito da anni dalla famiglia Pisani e attualmente da Pina Pisani, moglie dell’ex sindaco della Città dei Templi, Italo Voza.

Alcuni mesi fa la Corte dei conti ha citato in giudizio Voza, quattro tecnici comunali e il responsabile dell’ente morale per le antichità ed i monumenti della Provincia di Salerno (nome assunto successivamente dall’ente) ritenendo che il canone di locazione della struttura, di circa dodicimila euro annui, fosse sottostimato rispetto al valore. Nel 2006, in sede di rivalutazione del canone di fitto, l’ente morale, ritenendo di essere proprietario dell’immobile, ha convenuto con la società locataria una tariffa che, per il giudice, sarebbe troppo bassa. Di qui la citazione del responsabile dell’ente morale per le antichità ed i monumenti della Provincia di Salerno.

All’ex sindaco è stato contestato di non avere rispettato gli obblighi di servizio connessi alla sua carica pubblica, ai quattro tecnici comunali di non essere mai intervenuti in modo risolutivo sulla questione. La prima udienza si è tenuta il 21 luglio, il giudizio è ancora in corso. Intanto la Corte del conti ha invitato il Comune ad avviare l’azione legale per rientrare in possesso dell’immobile. Nel luglio del 2016, la giunta aveva già approvato una delibera per rivendicare la proprietà del Nettuno. Con «nota di autotutela» del 6 luglio scorso, la Corte dei conti della Campania ha chiesto al Comune di Capaccio Paestum di avviare «le iniziative necessarie a evitare l’aggravamento del danno e degli atti amministrativi necessari a evitare la continuazione dell’illecito e a determinarne la cessazione».

La delibera approvata il 25 luglio dalla giunta guidata dal sindaco Franco Palumbo, stabilisce di prevedere «l’iscrizione del suddetto compendio immobiliare nel patrimonio del Comune» e di «prevedere, in particolare, la valorizzazione dello stesso, attraverso lo strumento della concessione in gestione dello stesso, mediante gara ad evidenza pubblica». In pratica il Comune dovrà rientrare in possesso dell’immobile e poi affidarne la gestione attraverso un bando pubblico.

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