Cilento: chiusi quattro uffici postali

Luisa Monaco

Consiglio di Stato respinge i ricorsi dei comuni

Nulla da fare per quattro uffici postali del Cilento che non riapriranno più i battenti. E’ quanto hanno deciso i giudici del Consiglio di stato che hanno respinto i ricorsi presentati dai comuni di Castelnuovo Cilento, Magliano Vetere, Ogliastro Cilento e Stio.

Gli enti, erano rappresentati dall’avvocato Marcello Feola.

L’iter giudiziario era iniziato già nel 2013 allorquando Poste Italiane decise di chiudere gli uffici di Castelnuovo Cilento, Castelnuovo Vallo Stazione, Marina di Pisciotta, Villa Littorio a Laurino, Moio della Civitella, Montano Antilia, Montesano sulla Marcellana, Casaletto Spartano, Pisciotta, Gioi, Torre Orsaia, Fonte di Roccadaspide, Centola, Sicignano degli Alburni, Stio, Ispani, due sportelli a Camerota, Magliano Vetere, Ascea, Massicelle, Montano Antilia, lo sportello di Pattano frazione di Vallo della Lucania, ed ancora gli uffici di Palomonte, Orria, Celle di Bulgheria, Teggiano, San Nicola di Centola, San Sumino e Santa Barbara di Ceraso, Santa Marina, Sicilì di Morigerati, Sorvaro di Futani, Terradura di Ascea, Eredita di Ogliastro Cilento, Montecicerale di Cicerale, Omignano, Agnone Cilento di Montecorice, Acquavella di Casal Velino, Pioppi di Pollica, San Mango Cilento e Sessa Cilento.

I giudici amministrativi, nel rigettare il ricorso, hanno evidenziato come gli uffici soppressi rientrano tra quelli con la minore produttività. Poste Italiane, infatti, ha documentato che nell’ufficio oggetto di causa venivano svolte solo poche operazioni al mese, per lo più concentrate all’inizio del mese con le attività afferenti la riscossione delle pensioni. “Risulta quindi ragionevole la valutazione circa la diseconomicità della sua permanenza nel territorio comunale in esame (avente peraltro una popolazione inferiore ai mille abitanti)”, si legge nella sentenza. Inoltre viene precisato che non sono stati violati i vincoli per la distribuzione dei punti di accesso; inoltre “la soppressione mantiene al fondo inalterata la garanzia per i cittadini di assicurazione del servizio di interesse economico generale”.

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