I centristi radunati a Paestum: pronti a rappresentare alternativa alla sinistra e alla destra

Paola Desiderio

Ieri l’incontro: presenti diversi big

Riunire i partiti centristi in un’unica grande coalizione: è stato l’argomento del convegno «Il futuro al Centro: per una politica liberale e popolare», promosso dal coordinatore provinciale di Scelta Civica Giovanni D’Avenia, che si è svolto ieri al Savoy Beach Hotel di Paestum. «Ho pensato: queste sigle del centro sono parecchie. Ho pensato: esiste uno spazio politico tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi? Questo centro può costruire una casa politica? Per ricostruire il centro bisogna partire da una premessa culturale e politica, affrontando il tema dell’identità: richiamarsi ai principi popolari e liberali». Così D’Avenia ha introdotto e spiegato il convegno. Dopo i saluti del sindaco di Capaccio Paestum Franco Palumbo e l’intervento dell’editorialista Davide Giacalone, la parola è passata ai rappresentanti dei partiti.

«È un percorso che è già partito da qualche mese e dalla convinzione che c’è un’area in Italia di moderati e di valori che mettono insieme i cosiddetti centristi ha detto Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa e coordinatore regionale di Alternativa Popolare -. Ognuno di noi ha un leader, noi come Alternativa Popolare abbiamo Angelino Alfano. Dobbiamo trovare il modo per metterli insieme, rispetto a partiti che nascono al contrario, ovvero c’è il leader e poi c’è il partito. Noi vogliamo cercare di realizzare quest’area partendo dal territorio, stabilendo delle regole di partecipazione. Dobbiamo avere il coraggio di confrontarci con le primarie».

L’idea del deputato di Energie per l’Italia Guglielmo Vaccaro è che prima «ci debba essere uno scioglimento dei partiti centristi sopravvissuti alla fine della Seconda Repubblica e poi la creazione di un soggetto politico nuovo che possa dare voce ai tanti che non si riconoscono né nel Pd che sta perdendo consensi a vista d’occhio, né nella fase di conclusione della parabola di Forza Italia. Un’ampia fetta di popolazione italiana o si astiene o resta aggrappata a ipotesi che non la soddisfano più». Il coordinatore nazionale di Scelta Civica Enrico Zanetti ha concluso: «C’è un’area moderata consistente che gradirebbe non dover votare Berlusconi o Renzi ma un’idea, un’appartenenza a una comunità. Con la consapevolezza che se il 45% dei voti ce l’hanno gli altri, si andrà a governare».

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