Bellosguardo, 34 migranti in arrivo

Katiuscia Stio

Presentato il progetto Sprar

BELLOSGUARDO. Presentato alla popolazione il nuovo progetto di accoglienza Sprar, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati.

Saranno circa 34 gli ospiti immigrati che il paese della Valle del Calore si accinge ad accogliere in un progetto condiviso con le comunità di Sacco e Roccadaspide. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Geppino Parente, con l’ausilio di don Nicola Coiro, parroco delle comunità di Roscigno e Bellosguardo, e don Seraphin Raphail, sacerdote del Senegal, hanno incontrato la popolazione per spiegare l’obiettivo del progetto e preparare i cittadini all’accoglienza.

I Comuni interessati hanno fatto richiesta che i beneficiari fossero tutti componenti di nuclei familiari, dunque famiglie con minori che saranno sistemati in alloggi messa a disposizione dai cittadini stessi. Una sorta di ospitalità diffusa all’interno di tutto il centro abitato evitando la concentrazione in un solo stabile. Il progetto, che ha visto a il coinvolgimento dei borghi vicini, quali Sacco e Roccadaspide, ha ricevuto il plauso dalla Prefettura in quanto prevede una modalità nuova di accoglienza ovvero in singole case ove dove i migranti dovranno provvedere in proprio a tutti i fabbisogni ma sempre accompagnati da un soggetto terzo, la cooperativa Tertium Millennium Caritas, che farà da supervisore. « Accogliere è occasione provvidenziale di conoscere- dichiara don Nicola- c’è tutta la volontà di costruire rapporti e amicizie con altre culture. Trasmettere affetto per una crescita integrale di chi verrà. E sicuramente noi avremo tanto da imparare».

A testimoniare la propria esperienza in materia di accoglienza ai migranti, maturata in Senegal, è intervenuto poi don Seraphin. L’arrivo di un primo gruppo è previsto tra una settimana circa, mentre entro settembre il secondo, in modo da arrivare ad un numero di circa 34 ospiti. Favorire, l’integrazione sociale con la comunità, la permanenza delle scuole, l’economia degli esercizi commerciali locali, l’occupazione di persone del posto, la riapertura di case sfitte e l’introito delle relative locazioni. In sintesi, occupandosi delle persone meno fortunate e favorendo il Sociale si favorisce anche lo sviluppo economico dei piccoli ‘borghi’ ospitanti.

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