Ripascimento a San Marco, Ortolani: mareggiate rischiano di rendere vani i lavori

Ernesto Rocco

“Le mareggiate portano via la sabbia”

AGROPOLI. Continuano a far discutere le operazioni di ripascimento del Lungomare San Marco. Le mareggiate dei giorni scorsi hanno determinato non pochi problemi con l’acqua diventata all’improvviso di un colore giallo-marrone e della schiuma che ha invaso il bagnasciuga: un vero e proprio disastro, per l’amministrazione comunale dovuto a fenomeni naturali per altri a forme di inquinamento. Ora la situazione è in netto miglioramento e i bagnanti stanno tornando sul litorale. Ma le mareggiate dei giorni scorsi hanno creato anche un ulteriore disagio: parte della sabbia utilizzata per il ripascimento, infatti, è stata portata via dal mare, riducendo nuovamente la lunghezza del litorale.

“L’accumulo dei sedimenti ha determinato l’ampliamento della spiaggia emersa riportandola alle dimensioni degli anni 50 del secolo scorso. Rispetto al profilo originario la spiaggia, dopo la cura, si presenta piatta e più bassa e la sabbia fine è sempre umida per i primi 20 metri circa”, spiega Franco Ortolani.

Proprio il tipo di sabbia, però, evidenzia Ortolani, determina che “le prime mareggiate asporteranno la sabbia molto fine usata per il ripascimento causando una riduzione della spiaggia post-ripascimento e la vanificazione dei soldi spesi per il ripascimento”.

Per il geologo, quindi, “il ripascimento deve essere programmato all’inizio di ogni stagione balneare. in relazione all’andamento ed agli effetti delle mareggiate autunnali-invernali, usando sabbia uguale a quella della spiaggia naturale che si rinviene nei pressi delle barriere soffolte e non al largo e di fronte alla foce del Testene.”

“Ad alcune centinaia di metri dalla costa e nella direzione della foce del Testene non si può trovare sabbia delle stesse dimensioni di quella che si trovava sulla spiaggia di San Marco – sottolinea Ortolani – Si possono trovare sedimenti non puliti come quelli sabbiosi che caratterizzano la spiaggia. Sono sedimenti costituiti da sabbia fine, limo e argilla tipici dei fondali ad alcune centinaia di metri dalla costa e per di più di fronte ad una foce fluviale”.

L’azione di ripascimento, quindi, non ha prodotto del tutto gli effetti sperati ma la via che si sta seguendo, come conferma lo stesso geologo, è corretta. L’esperto però lancia un monito: “La cura deve, naturalmente, essere appropriata e duratura. Non estemporanea e di facciata”.

Condividi questo articolo
Exit mobile version