Crisi idrica nel Cilento, Ortolani rilancia: “Il Cilento non si trova in un deserto climatico…”

Debora Scotellaro

 

Presenti sul territorio ben otto sorgenti, cui si aggiungono altre fonti

A dispetto della crisi idrica che colpisce il Cilento in questi mesi, il geologo Franco Ortolani precisa che nel territorio sono presenti altre sorgenti di acqua potabile o falde raggiungibili con pozzi: dunque il territorio può superare i disagi.

Nelle scorse settimane era stato il direttore dei servizi idropotabili della Consac, Felice Parrilli a lanciare l’allarme, evidenziando con “Le sorgenti montane, a causa della scarsità di pioggia, registrano un calo di circa il 40% rispetto ai valori medi degli ultimi venticinque anni”.

Ma Ortolani ribatte: “Il Cilento non si trova in un deserto climatico. Solo nel Golfo di Policastro tra Sapri , Villammare e Palinuro si disperdono direttamente in mare oltre 5000 litri al secondo di acqua potabile”. Il geologo ha segnato su una mappa le principali risorse idriche, evidenziando come “Nel Cilento c’è risorsa idropotabile naturale e gratuita tale da alimentare con piena soddisfazione gli abitanti fissi e quelli estivi”. Sono ben otto infatti le sorgenti utilizzabili, cui si aggiungono ulteriori fonti d’acqua:

a: invaso di Piano della Rocca, circa 30 milioni di mc, in parte potabilizzati
e in parte usati per l’irrigazione di circa 1000 ettari.
b: prelievo idropotabile con pozzi.
c: tratto terminale del fiume Mingardo che si prosciuga in agosto; quest’anno è asciutto dall’inizio di giugno.
1: sorgente Fistole del Faraone (alcune centinaia di l/sec) captata quasi completamente per cui si prosciuga il Mingardo in agosto.
2: sorgente sottomarina Ruotolo (oltre 1 mc/sec) captata in minima parte.
3, 4, 5: sorgenti di Sanza, 12 Fistole e Casaletto riservate al riempimento del Lago Sabetta per produzione idroelettrica alla centrale di Sicilì.
6: Sorgenti del Bussento a valle del tratto ipogeo sotto Caselle in Pittari
7: sorgente sottomarina Vuddo, alcuni mc/sec.
8: sorgenti sottomarine.

Per Ortolani, dunque, è possibile intervenire, ma nei tempi giusti:”Certo bisogna avere idee chiare, per progettare, procurarsi i finanziamenti e operare per attrezzare degnamente il Parco Nazionale del Cilento – conclude il geologo – E non solo all’ultimo momento quando l’emergenza prevedibile è scoppiata.”

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