Cilento, è crisi idrica: ieri primi disagi ma il picco è atteso tra luglio e agosto

Redazione Infocilento

Sorgenti registrano un calo del 40% rispetto alla media

Crisi idrica nel Cilento. Arrivano i primi disservizi. Per tutta la giornata di ieri hanno sofferto la sete gli utenti di quindici comuni. Disagi soprattutto lungo la fascia costiera da Camerota a Pollica. A causa di un improvviso guasto sulla condotta del Faraone, la Consac che gestisce il servizio idrico sul territorio cilentano è stata costretta a ridurre sostanzialmente l’apporto idrico. Un caldo e lungo giorno di passione per le comunità locali e per i vacanzieri che iniziano ad affollare le località balneari del Cilento, considerato il fatto che il servizio idrico è stato sospeso nei principali centri turistici.

Rubinetti a secco a Torre Orsaia, Camerota, San Giovanni a Piro, Celle di Bulgheria, Centola, Pisciotta, Ascea, Casal Velino, Castelnuovo Cilento, Omignano, Pollica, Salento e Orria.
Una giornata di disagi che di fatto ha anticipo la grave crisi idrica che il Cilento si troverà ad affrontare nelle prossime settimane. Le criticità sono state annunciate da tempo dai vertici della società. A causa della scarsità di pioggia si prevede una estate di «sete» soprattutto lungo la fascia costiera. Il picco dei disservizi è atteso per luglio e agosto, con l’arrivo di massa di vacanzieri. Diversi gli appelli fatti alla Regione, alla Prefettura e ai primi cittadini del territorio.

A rendere tutto più complicato, gli improvvisi guasti agli impianti idrici. A illustrare la situazione di emergenza il direttore dei servizi idropotabili della Consac, Felice Parrilli: «Le sorgenti montane, a causa della scarsità di pioggia, registrano un calo di circa il 40% rispetto ai valori medi degli ultimi venticinque anni. Non vogliamo creare allarmismi ma nei periodi più critici saremo costretti a chiusure notturne nelle zone più a rischio sete».

La Regione si è impegnata a valutare la situazione di crisi e a prendere in esame le proposte avanzate dalla Consac. In particolare, è stato chiesto alla Regione l’autorizzazione di poter attingere ulteriormente dalla sorgente del Faraone, dove c’è il rischio di non rispettare più il quoziente minimo vitale del fiume, e di emettere specifica ordinanza allo scopo di «dichiarare la crisi idrica, adottare disposizioni che privilegiano il consumo umano e disporre la riduzione di prelievi per consumi agricoli». La Regione dovrà invitare anche la Provincia a introdurre limitazioni di prelievi di acqua potabile e invitare i gestori a effettuare campagne straordinarie di ricerca e riduzione delle perdite e coinvolgere gli organi di protezione civile affinché venga predisposto un piano per assistere le popolazioni interessate da prolungate interruzioni.

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