Le “mani” dei clan sul Cilento: l’allarme nella relazione semestrale dell’antimafia

Redazione Infocilento

Affari estesi in particolare tra Agropoli e Marina di Camerota

La criminalità organizzata, tramite i suoi clan, avrebbe esteso ulteriormente il suo dominio sul Cilento, con investimenti in particolare ad Agropoli e Marina di Camerota. E’ quanto evidenzia la relazione semestrale della Direzione Nazionale Antimafia. In un documento del procuratore generale distrettuale, Leonida Primicerio, infatti, si evidenzia come «La presenza indisturbata sul territorio della provincia e negli affari leciti o illeciti che quotidianamente si svolgono di personaggi collegati a gruppi criminali del napoletano e casertano sono indici rilevatori dell’attuale assenza di associazioni camorristiche locali di particolare spessore capaci di contrastare le incruenti invasioni di quelle operanti nel resto della Campania ed, al tempo stesso, di nuovi fenomeni e modalità operative criminali che richiedono la massima attenzione e celerità preventiva».

«Appare superata la fase visibile e violenta dell’arricchimento illecito da parte delle organizzazioni criminali e si manifestano segnali di una attività carsica di gestione, reimpiego e reinvestimento dei capitali illeciti nei circuiti dell’economia legale del territorio – scrive ancora il procuratore generale – Si registrano, invero, le attività di varie organizzazioni criminali volte a riciclare capitali e beni sottratti alle procedure fallimentari e, quindi, provento dei reati di bancarotta fraudolenta e per distrazione, con il sempre più diffuso consolidamento di rapporti ed alleanze, sotto forma di sodalizi criminali, tra persone od organismi appartenenti al mondo imprenditoriale e delle libere professioni».

Questo fenomeno, secondo la Dna, sarebbe evidente soprattutto nel basso Cilento. È qui che sarebbero stati registrati non soltanto interessi economici da parte del clan Fabbrocino (già oggetto di approfondimenti investigativi ed accertamenti giunti anche a sentenze definitive) ma anche da parte del clan Cuccaro di San Giorgio a Cremano con infiltrazioni anche a Cercola e San Giuseppe Vesuviano che, in particolare, avrebbe fatto investimenti sul territorio di Agropoli e Marina di Camerota. È qui che la longa manu della malavita si sarebbe infiltrata anche nel settore rifiuti. In particolare si fa riferimento a società con sedi anche a Capaccio, Polla, Battipaglia ed in altri Comuni del salernitano.

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