Serie D, l’Agropoli nel baratro: ora bisogna azzerare tutto

Ernesto Rocco
Domenico Cerruti
Il presidente dell' US Agropoli Domenico Cerruti

La Gelbison già salva non onora il campionato

L’Agropoli retrocede in Eccellenza dopo cinque campionati consecutivi in Serie D, parte dei quali vissuti ai massimi livelli.
Questa stagione, però, concretizza una crisi prima dirigenziale e poi tecnica iniziata già nella seconda parte della stagione 2014-2015, andata avanti lo scorso anno con una miracolosa salvezza ottenuta con una squadra mediocre da mister Pasquale Santosuosso e terminata quest’anno con la retrocessione. Alla rosa si poteva chiedere ben poco: questa squadra probabilmente avrebbe avuto difficoltà ad esprimersi anche in categorie inferiori. A ciò si aggiunga una guida tecnica che non ha dato del suo meglio. Santosuosso col trascorrere delle giornate sembrava aver mollato la presa; Gigi Sorianiello, sopraggiunto nell’ultima parte di stagione, dopo un avvio che sembrava positivo sotto il profilo del gioco ha dimostrato di averci capito ben poco, isolato anche dalla società che lo ha lasciato da solo andare alla deriva con la sua squadra di ragazzini.

Ora per l’Agropoli (che domenica parteciperà alla festa promozione del Bisceglie nell’ultima giornata del torneo) non resta che sperare in un ripescaggio. Presupposto necessario, però, è che vi sia una nuova società. Il patron Domenico Cerruti sta trattando da tempo con formazioni professionistiche che vorrebbero fare dell’Agropoli la propria squadra satellite. L’alternativa è quel Rosario Gaglione, già arrivato in estate in città, e al quale sono state chiuse le porte quando si è intuito che una persona pronta a versare importanti somme di denaro nelle casse societarie aveva la “pretesa” di dire la sua sulle scelte di mercato. Un problema, questo, che in realtà si era già materializzato negli anni scorsi.

Chiunque sia in futuro il presidente dell’Agropoli avrà il compito di azzerare tutto: della rosa c’è da salvare poco o nulla, ma soprattutto c’è da ripartire da zero sotto il profilo dirigenziale. Dal suo ritorno in Serie D, dopo ben 15 anni, l’Agropoli ha fallito tutti gli obiettivi. Il primo anno si ebbe la presunzione di puntare alla vittoria del torneo con una formazione tutt’altro che attrezzata e che, dopo vari cambi, finì per salvarsi ai play out grazie a mister Franco Delli Santi. Negli anni successivi vennero costruite due corazzate senza riuscire ad ottenere nulla. I cambiamenti continui di rosa e di allenatori sono stati una costante della dirigenza Cerruti – Magna, con quest’ultimo considerato il maggior responsabile dei fallimenti dell’Agropoli essendo colui che ha preso tutte le decisioni tecniche, mettendo lo zampino anche in alcune discutibili scelte societarie.

Se nel centro costiero si piange, la Gelbison sorride nonostante non abbia onorato il campionato fino alla fine. La squadra di mister Pepe, a salvezza ottenuta, ha mollato la presa. I rossoblu sono stati capaci di perdere con tutte le formazioni in lotta per la salvezza (Madrepietra, Vultur, Cynthia, San Severo, Francavilla) e al contempo di battere Nocerina e Gravina in trasferta nelle ultime dodici giornate. I tifosi fanno bene a lamentarsi, d’altronde il calendario non era impossibile e la squadra con uno sforzo in più avrebbe potuto quanto meno lottare per conquistare l’ultima piazza utile per gli spareggi promozione. Domenica ultima gara stagionale contro il Potenza e poi Pepe e i suoi giocatori potranno andare in vacanza anche con le gambe oltre che con il cervello.

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