Una petizione per Nerone: si chiede l’avvio delle indagini per assicurare gli autori del maltrattamento alla giustizia

Emilio Malandrino

Già superata quota 230 firme

CAPACCIO PAESTUM. “L’ennesimo atto di violenza sugli animali, compiuto come al solito da umani senza anima né cuore, questa volta è toccato al più docile dei cani di quartiere”. Inizia così il testo di una petizione diffusa on line inerente il cane Nerone; l’animale fu ritrovato nei giorni scorsi a Capaccio Capoluogo agonizzante: era stato dapprima legato con un filo di ferro, poi seviziato brutalmente ai genitali e infine abbandonato in un lago di sangue. “Una violenza tanto gratuita quanto raccapricciante, ben oltre il disumano, di fronte alla quale non si può tacere. Non più”, dice Annalia Taddeo, promotrice della sottoscrizione.

“L’intera comunità, scossa e indignata, si appella alle forze dell’ordine affinché possano indagare sul caso e consegnare al più presto alla giustizia l’artefice (o gli artefici) di questo brutale e spietato crimine”, per questo si chiede di firmare la petizione come forma di “civile protesta e una umana riprovazione per il gravissimo episodio accaduto, che, si ricorda, è reato perseguibile con la reclusione (pena prevista per “chiunque procuri lesioni ad un animale o lo sottoponga a sevizie”, ai sensi dell’ art. 544 del codice penale riguardo al maltrattamento di animali)”.

“È nostro dovere manifestare ora tutto il nostro sdegno, prestare la voce a chi non ne ha e invocare per loro una doverosa giustizia. Restiamo umani”, conclude Annalia Taddeo.

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