Caso alici di Menaica, interviene Tommaso Pellegrino

Arturo Calabrese

«Le alici un patrimonio da difendere, noi dalla parte dei pescatori»

PISCIOTTA. Aspre sono state le polemiche nei giorni scorsi da parte dei pescatori cilentani per una nuova normativa del Governo. Le esili reti per pescare le alici di Menaica, primo Presidio Slow Food del Cilento, montate su piccole imbarcazioni vengono per legge equiparate alleferrettare”, enormi reti utilizzate per la cattura dei pescispada. La normativa prevede che per pescare il pesce azzurro, come alici e sarde, sia necessaria quindi la medesima autorizzazione per la pesca al pescespada. I piccoli pescatori cilentani, però, non possono permettersi tali licenze e sono scesi in campo per rivendicare i propri diritti.

«Sono due tipologie di pesca totalmente differenti – spiega Donatella Marino, titolare di un laboratorio per la trasformazione del prodotto – e non possono essere equiparate. La nostra pesca è ecosostenibile, un procedimento antico e artigianale, totalmente all’opposto della ferrettara. Le nostre imbarcazioni – continua – non potranno mai avere quelle autorizzazioni anche perché non vengono più rilasciate». I pescatori del Cilento, in particolare quelli di Pisciotta, lanciano un grido di allarme chiedendo agli organi governativi di avere maggiore attenzione nei confronti della piccola economia ittica. A raccogliere le loro preoccupazioni è Tommaso Pellegrino, presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

«Massima solidarietà a chi in questi giorni vede a rischio il proprio lavoro. L’Ente Parco deve essere vicino ai nostri artigiani della pesca – dichiara – avvieremo un tavolo tecnico tra Governo e pescatori, al fine di preservare l’importante indotto economico dato dalle alici di Menaica. A breve ci sarà un incontro con Giuseppe Castiglione, sottosegretario del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, al fine di avere un collegamento diretto col dicastero di competenza. È una battaglia difficile e ardua – aggiunge – ma se associazioni di categoria, imprenditori, pescatori e enti pubblici si mettono insieme, si potrà ottenere un risultato positivo e portare a casa una vittoria. Già con la vicenda della volante monobarca, seppur ancora non risolta, sono stati fatti dei passi importanti e quindi sappiamo qual è la strada da percorrere. L’obiettivo principale come Ente Parco – sottolinea – è quello di difendere il lavoro e l’economia di chi nel Parco vive e ha deciso di avviare la propria attività»

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