Agropoli, crimini in aumento ma la risposta delle forze dell’ordine c’è

Debora Scotellaro

Ecco i casi più complessi risolti dagli uomini dell’arma

Tempestività ed efficienza hanno caratterizzato il lavoro dei carabinieri della compagnia di Agropoli, diretti dal Capitano Francesco Manna, che nell’ultimo anno hanno collezionato una serie di successi.

Agropoli, infatti, più volte è stata protagonista negativa della cronaca cilentana ad iniziare dal 23 giugno scorso, quando, intorno alle 8 del mattino, l’auto sulla quale viaggiava Raffaele Carione insieme all’ex moglie di Ciro Iacomino fu affiancata da un’altra vettura dal cui abitacolo partì un colpo di pistola che colpì il trentacinquenne. Carione, riuscì a recarsi al presidio Psaut di Agropoli, appena in tempo prima di perdere i sensi, in seguito fu subito allertata l’eliambulanza che lo trasportò all’ospedale Cardarelli di Napoli dove fu ricoverato in gravi condizioni.

Ci vollero diversi giorni prima che i medici lo dichiarassero fuori pericolo. I carabinieri della compagnia di Agropoli, nel giro di poche ore, riuscirono ad identificare i fratelli Ciro e Gaetano Iacomino, rispettivamente di 37 e 21 anni, quali autori dell’agguato. I due furono accusati di tentato omicidio in concorso.

L’11 agosto scorso il secondo episodio criminoso che sconvolse la comunità agropolese: i militari impiegarono poche ore per identificare i responsabili del ferimento di Florigi Cantalupo, il 35enne colpito a coltellate alla spalla, all’addome e alla gola. Il fatto accadde intorno alle 3 di notte a seguito di un diverbio con Antonello D’Ambrosio e Giovanni Aluotto, sottoposti agli arresti domiciliari.

Il 27 novembre, invece, fu un giovane, A.M., ad essere fermato subito dopo l’aggressione al titolare di un bar. L’episodio avvenne durante la notte in via Carducci: al rifiuto del baristi di dargli da bere il 30enne lo colpì anche con un coltello. A.M. fu subito individuato e denunciato.

Sono bastate poche ore agli inquirenti anche per ricostruire la dinamica dell’omicidio di Marco Borrelli, 20 anni, ucciso il 6 Aprile da un italo-tunisino di 25anni, Mrabet Nezar. Marco Borrelli è morto dissanguato dopo essere stato accoltellato alla gola lungo la strada che porta al parco Le Ginestre. I due, stando alle ricostruzioni, amavano la stessa donna, ex compagna di Mrabet Nezar, madre dei suoi figli ed ora legata all’altro.

E’ di lunedì l’ultimo episodio di cronaca che ha visto i carabinieri in prima linea nel contrasto alla criminalità: una donna è stata rapinata intorno alle 20:00 presso il porto turistico da un 25enne originario della Provincia di Reggio Emilia. I carabinieri della compagnia di Agropoli hanno individuato e denunciato a piede libero l’autore della rapina.

Di fronte ad un preoccupante aumento di questi fenomeni in città, vi è almeno la certezza di un’attività incessante di contrasto alla criminalità da parte dei carabinieri diretti dal capitano Francesco Manna, nonostante il vasto territorio di competenza e l’esiguità di uomini e mezzi.

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