Dopo le polemiche il comune dice sì ai migranti

Katiuscia Stio

Ottati punta ad ospitare famiglie con figli in età scolare

OTTATI. Anche il paese del monte Panormo, nel cuore degli Alburni potrebbe, se finanziato, accogliere i migranti.
Ad annunciarlo è lo stesso primo cittadino, Eduardo Doddato che affida la notizia al social «(…) questa Amministrazione ha deciso di governare direttamente, aderendo al progetto S.P.R.A.R., il flusso e la gestione di questa nuova sfida umanitaria. Il progetto, se finanziato, prevederà l’accoglienza di sole famiglie con figli di età scolare. Sono fiducioso che Ottati saprà aprire il cuore e le porte a chi è meno fortunato di noi.»

Lo scorso 28 ottobre la richiesta di un privato cittadino, originario di Ottati ma non ivi residente, in qualità di vice presidente di una cooperativa sociale di Roma, inoltrata al Prefetto di Salerno per ospitare, nell’immobile di proprietà, 10 donne migranti, aveva avviato un’accesa discussione sul social ed in paese. A comunicare agli ottatesi la decisione, autonoma e privata, del vice presidente della cooperativa sociale CERERE di Roma, era stato il sindaco Eduardo Doddato a mezzo social. «E’ una decisione che influisce sulla collettività, sia nel bene che nel male- dichiarava il sindaco Doddato- ho comunicato a tutti i miei concittadini gli avvenimenti in corso e da quanto leggerò nei commenti rilasciati sul social e ascolterò in paese, con i consiglieri comunali prenderemo delle decisioni, nel pieno rispetto delle iniziative private e della Legge». A distanza di quattro mesi, la Giunta Comunale, con Delibera n 14 del 10 febbraio 2017, aderisce al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (S.P.R.A.R.) per un numero massimo di 14 beneficiari tutti componenti di nuclei familiari e richiede di attivare la “clausola di salvaguardia”, al fine da rendere esente l’Ente dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza sul territorio comunale. «Successivamente a quanto accaduto ad ottobre anche il Consiglio Comunale ha discusso su tale iniziativa ed è emersa la volontà, seppur con alcuni distinguo, di voler accogliere i ‘migranti’ nell’ambito della proposta ANCI di 2,5 per ogni 1000 abitanti.- dichiara Doddato- Successivamente la Prefettura ci comunicava che era in corso l’assegnazione di alcuni ‘migranti’ presso il nostro Comune a seguito di richiesta da parte di soggetti di tipo “privato/associazione’. A questo punto la Giunta ha valutato, dopo averne parlato anche con i consiglieri di maggioranza, di aderire come Ente Pubblico al Progetto S.P.R.A.R. ed attivare la ‘clausola di salvaguardia’.

Io personalmente sono convinto che questa emergenza umanitaria debba essere governata, soprattutto nei piccoli borghi, in primis dagli Enti locali in collaborazione con le associazioni e non governata unicamente da soggetti privati/associazioni. Altrimenti si può correre il rischio che il ‘bussines’ prevalga sul ‘sociale’. I soggetti privati potrebbero essere tentati di inseguire i vantaggi economici e non quelli sociali. Scaricando i disagi sulla popolazione locale e i vantaggi sul proprio conto corrente. È facile intuire che se si insegue il vantaggio economico bisogna ridurre i costi dei servizi ai ‘migranti’ (alimenti, vestiario, servizi in genere), sopratutto se chi gestisce tale processo non vive in loco. I soggetti pubblici, come nel caso del nostro Comune, invece, sono portati, inevitabilmente, ad inseguire i soli vantaggi sociali. Favorire, l’integrazione sociale con la comunità, la permanenza delle scuole, l’economia degli esercizi commerciali locali, l’occupazione di persone del posto, la riapertura di case sfitte e l’introito delle relative locazioni. In sintesi, occupandosi delle persone meno fortunate di noi e favorendo il Sociale si favorisce anche lo sviluppo economico del nostro piccolo ‘borgo’. Per la nostra Amministrazione è motivo di orgoglio esserci occupati degli altri, senza scopo di lucro e questo fa bene sia alla mente che alla coscienza!»

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