Armi dall’Italia per l’Isis, anche un cilentano coinvolto nell’inchiesta: “pronto a chiarire tutto”

Redazione Infocilento

L’imprenditore è finito tra gli indagati per una foto

E’ originario del Golfo di Policastro Carmelo Falà, l’imprenditore finito del mirino della DDA di Napoli nell’ambito dell’inchiesta per la vendita di armi a gruppi Isis attività in Libia e Iran. In manette nei giorni scorsi sono finiti Mario Di Leva e Anna Maria Fontana, marito e moglie riconvertiti all’Islam.

Sotto la lente di ingrandimento, però, è finito anche Carmelo Falà per una foto che lo ritraeva seduto su una montagna di kalashnikov, contenuta in un fascicolo della coppia nominato “Piombo Iran”. Per questo l’uomo è finito nel fascicolo degli indagati ma Falà, titolare di una fabbrica di armi e originario di Santa Marina e residente a Sapri, attende ora di parlare con gli inquirenti per chiarire la sua posizione.

«Con questa storia – dice a Il Mattino – non ho nulla a che fare e con serenità aspetto di essere sentito dal magistrato al quale chiarirò la mia posizione». Sulla foto ricorda che «è stata scattata nel 2004, quando fui chiamato per una perizia balistica nel porto di Gioia Tauro. In quella occasione mi fu chiesto di eseguire i miei accertamenti all’interno di tre containers carichi di armi. Io sono anche perito balistico – precisa Falà – e vengo contattato da più parti d’Italia per accertamenti su armi sospette, come avvenne per quel carico di tredici anni fa nel porto di Gioia Tauro. In quell’occasione mi misi in posa in uno dei container in cui eseguii i controlli che mi furono commissionati».

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