Casal Velino in festa per il patrono San Biagio

Antonella Agresti

La festa avrà il suo clou il 3 febbraio

CASAL VELINO. Il 3 febbraio si festeggerà, come da tradizione, il santo patrono Biagio. Lo scorso 26 gennaio è cominciato il settenario che terminerà domani 2 febbraio, vigilia della festa, con la traslazione e l’intronizzazione della statua alle 18:30. Si tratta di un momento di grande suggestione che vede l’effigie argentea di San Biagio scivolare tra la folla commossa dei fedeli che intona l’inno a lui dedicato.

Il giorno 3 febbraio, invece, dopo la celebrazione eucaristica, a partire dalle ore 11:00, si terrà la processione per tutte le vie del paese. Alle 18:30 recita dei vespri e a seguire il rito dell’unzione della gola. A Casal Velino, la festa di San Biagio è, però, anche sinonimo di spettacolo pirotecnico; alle 20:00, dunque, i fuochi d’artificio concluderanno i festeggiamenti.
Dallo scorso anno, inoltre, la festa patronale si è arricchita di una mostra fotografica. Un gruppo di amici, coordinato da Fedele Ferraro e Giuseppe Lista, ha pensato di esporre gli scatti dei festeggiamenti dei decenni passati.

Il 2 e il 3 febbraio, pertanto, in via Lippi, sarà possibile ammirare le fotografie relative agli anni ’80 e ’90. La mostra è gratuita, ma con una piccola offerta sarà possibile acquistare il libro ” San Biagio – Casal Velino – memorie ” che raccoglie testimonianze, scritti inediti, preghiere e fotografie. Il contributo servirà a far fronte alle spese di stampa e a finanziare un’ulteriore mostra che gli organizzatori stanno pensando di allestire in occasione dei festeggiamenti settennali in onore dell’Assunta che ricorreranno il prossimo agosto.
Vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste, in Armenia, San Biagio fu medico e vescovo della città. Per via della sua fede venne perseguitato e imprigionato dai Romani. Durante il processo rifiutò l’abiura e fu, per questo, prima straziato con pettini di ferro usati per cardare la lana, e poi decapitato intorno al 316. Nel 723 le reliquie di San Biagio giunsero a Maratea, trasportate da una nave mercantile proveniente da Sebaste che non poté proseguire per Roma, verso cui era diretta, a causa di una tempesta. San Biagio divenne così protettore della città lucana dove fu eretta una basilica a lui dedicata sul Monte San Biagio, appunto. In seguito all’episodio che racconta di un bambino salvato dal soffocamento a causa di una lisca di pesce, San Biagio viene invocato come protettore della gola. Da qui, il rito dell’unzione della gola con l’olio benedetto il giorno della festa.

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