L’allarme della Dia, mano della criminalità organizzata anche sul Cilento

Katiuscia Stio

Ad Agropoli le famiglie Marotta e Fabbrocino. Gruppi napoletani, casertani e calabresi pronti a investire su località costiere

Nel primo semestre del 2016 la Campania registra il più alto numero di omicidi legati alla criminalità organizzata: sono 23, rispetto ai 3 della Sicilia e uno a testa per Puglia e Calabria. E’ quanto emerge dalla Relazione della Direzione investigativa antimafia.

La camorra, si legge nella Relazione, “si conferma un’associazione criminale multiforme e complessa, fortemente radicata nell’intera Regione e difficile da inquadrare in una definizione unitaria. Nei territori dove si assiste, con cadenza quasi quotidiana, ad azioni violente, i gruppi sembrano infatti aver assunto una struttura pulviscolare che ne accentua le conflittualità. Il denominatore comune di tali aggregazioni, specie di quelle operanti nell’area metropolitana di Napoli, rimane senza dubbio la spregiudicatezza”. Spesso si tratta di gruppi che “non hanno una strategia comune” e “la cui ‘sopravvivenza’ è spesso molto breve”. Per questo “il tentativo di cristallizzare, attraverso le indagini, i ruoli e le funzioni degli affiliati e le alleanze operative in atto è spesso vanificato da una realtà criminale permanentemente in fieri, che nel capoluogo assume quasi una dimensione parossistica”.

Il napoletano resta in testa per diffusione della criminalità, ma le altre zone della Regione non sono certo esenti dal controllo di gruppi organizzati.

L’Agro Nocerino – Sarnese

L’agro nocerino-sarnese rappresenta, secondo la relazione della Dia, l’area con una maggiore concentrazione di sodalizi criminali.
In particolare a Scafati opera il gruppo Matrone, legato alla famiglia Cesarano di Castellammare di Stabia (NA). Esso continua la sua attività nonostante l’arresto del capo clan e di esponenti di spicco. Nella stessa area opera il gruppo Loreto-Ridosso, sul quale si è appreso molto grazie ad uno dei suoi elementi di spicco, diventato collaboratore di giustizia.
Ad Angri il clan Nocera appare indebolito dagli arresti e dalla collaborazione di diversi esponenti storici. Nel territorio di Nocera Inferiore sono presenti alcune persone legate alla Nuova Camorra Organizzata. Nella vicina Pagani, invece, rimane forte la presenza del clan Contaldo e del cartello D’Auria-Petrosino-Fezza; a Sarno  una frangia del clan Graziano di Quindici, dedito all’attività estorsiva ed all’infiltrazione negli appalti pubblici, in grado di estendere la propria influenza criminale anche sui limitrofi comuni di Siano e Bracigliano. A Sant’Egidio del Monte Albino e Corbara, invece, si segnala la presenza di un gruppo legato al clan Sorrentino a cui si affiancano ulteriori soggetti collegati ai sodalizi di Pagani e Nocera Inferiore. Questo clan estenderebbe il suo controllo anche a Castel San Giorgio e Roccapiemonte. A Cava dei Tirreni sono presenti esponenti del clan Bisogno ma anche gruppi neocostituiti dediti soprattutto al traffico e allo spaccio di stupefacenti.

 

Salerno

Nel capoluogo è tutt’ora attivo il gruppo D’Agostino e altri gruppi minori; nella Valle dell’Irno è segnalata l’attività dei Genevese.

Piana del Sele

Nella Piana del Sele, in particolare nelle sue principali città, Battipaglia ed Eboli, c’è stato un indebolimento dei clan Pecoraro – Renna e De Feo. Tuttavia in questa zona sarebbero nate strutture familiari dedite allo spaccio di stupefacenti e alle estorsioni.

Cilento

 

Ad Agropoli si conferma la presenza della famiglia rom dei Marotta ed elementi del clan Fabbrocino.
L’area del medio e basso Cilento, una zona a forte vocazione turistica e al confine con la Calabria, secondo la Dia è a rischio essendo “esposta a possibili investimenti immobiliari ed imprenditoriali da parte della criminalità organizzata napoletana, casertana e calabrese”.

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