Paestum, 2016 da record. 356mila i visitatori

Paola Desiderio

Parco archeologico passa al 17° posto della classifica nazionale

PAESTUM. Il parco archeologico di Paestum scala la classifica dei siti più visitati in Italia e nel 2016 passa dal ventesimo al diciassettesimo posto, con ben 355.401 visitatori (nel 1015 erano stati 279.078) e un incremento rispetto all’anno precedente del 27%. Ben tre posti in più che premiano il grande lavoro fatto dal direttore Gabriel Zuchtriegel e del suo staff. Un trend in linea con l’aumento di visitatori nei musei su scala nazionale. «Una crescita nella quale il Sud gioca un ruolo importante, – ha commentato il ministro Dario Franceschini – con la Campania anche nel 2016 stabilmente al secondo posto nella classifica delle regioni con maggior numero di visitatori grazie agli oltre 8 milioni di ingressi registrati, un aumento del 14,2% sul 2015. La parte del leone la gioca senza dubbio il nostro patrimonio archeologico, se si considera che solo fra Colosseo, Foro Romano, Palatino, Museo Archeologico di Napoli, parco archeologico di Paestum e Scavi di Pompei nell’anno appena trascorso sono stati emessi circa 11 milioni di biglietti».
Alla guida del museo e del parco archeologico di Paestum dal novembre del 2015, Gabriel Zuchtriegel, primo direttore da quando il sito, grazie alla Riforma Franceschini, è dotato di autonomia economica e gestionale, ha portato indubbiamente una ventata di novità. Sotto la sua direzione hanno preso il via una serie di iniziative che hanno comportato un incremento di visite ma anche molta più visibilità per Paestum, sempre più sotto i riflettori dei media nazionali e sempre meno fanalino di coda dei musei italiani.
Tra le tante iniziative che hanno contribuito ad attirare l’attenzione degli appassionati di beni culturali e non solo, c’è sicuramente la riapertura al pubblico dei tre templi. Dopo essere stati oggetto di un restauro, alla fine degli anni Novanta, erano stati recintati e l’accesso non era più consentito. Li si poteva guardare dall’esterno, ma non si poteva ammirarne la bellezza dall’interno delle sue colonne: oggi è di nuovo possibile e lo è per tutti. Uno dei tre templi, la Basilica, è infatti accessibile internamente anche alle persone diversamente abili. Altra importante novità l’abbonamento “Paestum Mia”, che al costo di 15 euro annui consente a chi lo possiede di entrare nel parco archeologico e nel museo senza dover pagare ogni volta l’ingresso, e di prendere parte a una serie di eventi compresi nell’abbonamento. Un’opportunità aperta a residenti e non, ma che per chi abita in zona rappresenta una nuova possibilità di “vivere” il parco archeologico. Ci sono poi stati eventi come la rievocazione “I giorni romani di Paestum” rievocazione e ricostruzione delle vita durante l’occupazione romana, “La veste di Hera”, una sfilata di abiti e di acconciature preparati da scuole cilentane e ispirate alle raffigurazioni delle lastre conservate nel museo di Paestum, il ciclo d’incontri per celebrare i 200 anni dalla pubblicazione del “Viaggio in Italia” di Goethe.
Nei mesi scorsi sono state avviate iniziative tese a consolidare il legame tra Paestum e il territorio circostante e le sue eccellenze: ne sono un esempio le prime due edizioni de “I vini del tuffatore”, un appuntamento che mette insieme archeologia e vino e che ha lanciato il premio “Il vino del tuffatore” che di anno in anno premia un vino del territorio.
Grazie all’autonomia, il direttore Zuchtriegel ha potuto intraprendere una serie di iniziative con il contributo di investitori privati, come il restauro della sala Mario Napoli che ospita la Tomba del Tuffatore, finanziato dall’imprenditore Tonino Palmieri, il coinvolgimento di due borsisti di ricerca nello scavo di una casa di epoca greca, con un finanziamento del Pastificio Amato e altri ancora. Proprio lo scavo, il primo dopo molto tempo all’interno dell’area archeologica è stato un altro evento che ha contribuito a dare visibilità al sito di Paestum.

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