Caso volante monobarca, interviene il FLAG Cilento Mare BLU

Arturo Calabrese

Il direttore del FLAG Claudio Aprea: «Necessario fermare la razzia nei nostri mari»

Ha fatto molto discutere nei giorni scorsi la presenza di un’imbarcazione da pesca nei mari del Cilento. Giuseppe Tarallo, già presidente del Parco aveva lanciato l’allarme per un grave impatto sull’ambiente e sull’economia ittica del territorio. È in seguito intervenuta anche Federpesca che ha cercato di calmare le acque. Anche Claudio Aprea, direttore del FLAG Cilento Mare BLU dice la sua: «In qualità di direttore del FLAG Cilento Mare BLU ritengo doveroso intervenire in merito alla questione dei megapescherecci che fanno “razzia” di pescato lungo le coste cilentane. Non si tratta  – scrive – di protezionismo o chiusura nei confronti dei vicini cetaresi. Il problema è piuttosto di natura semantica. Se l’Europa e dunque il Ministero ci chiedono di orientarci sempre più verso la pesca artigianale, valorizzandone il “concept” culturale-antropologico e imponendoci addirittura di non potenziare i motori e le attrezzature delle piccole imbarcazioni, di non considerare più la pesca come un settore primario ma piuttosto orientando gli operatori verso una logica diversificazione, qual è – chiede retoricamente – il senso di mantenere legale una pratica così invasiva? Il pescato cilentano è un elemento di biodiversità! Siamo tutti disposti a sacrificarci per questo, piccoli pescatori in primis, e a credere che proprio ciò possa essere un fattore su cui rigenerare un’economia di settore attraverso processi d’innovazione e sostenibilità! Abbiamo progettato misure dal basso in questa direzione – conclude Aprea – ci auspichiamo di essere accompagnati attraverso azioni coerenti dagli organi competenti».

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