Capaccio Paestum: nuovo allarme per la centrale a biomasse

Paola Desiderio

Biocogein presenta ricorso contro il diniego di realizzazione dell’impianto e denuncia i componenti del comitato No biomasse

CAPACCIO PAESTUM. Sembrava che il pericolo della costruzione di un impianto a biomasse fosse definitivamente archiviato, invece torna prepotentemente di attualità. Da un lato, infatti, sarebbero venute meno le condizioni sulla base delle quali Comune e Regione avevano bloccato l’iter. Dall’altro la Biocogein, società che si era aggiudicata un sostanzioso finanziamento per la realizzazione dell’impianto in località Sorvella-Sabatella, ha presentato ricorso contro la delibera di diniego approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 10 agosto. «Come se non bastasse, noi del comitato siamo stati anche denunciati» spiega Carmine Vona, vicepresidente del Comitato Sorvella-Sabatella che sollevò l’attenzione sulla costruzione della centrale. Le proprietà di Vona e di altri confinanti all’area sulla quale doveva sorgere la centrale, componenti del comitato, sono oggetto di un’indagine della Procura di Salerno, per presunti abusi edilizi. «Una ritorsione nei nostri confronti. – prosegue Vona – Oltre al danno anche la beffa: non solo rischiamo che la centrale venga costruita ugualmente, visto che la Biocogein ha fatto ricorso contro la delibera del Consiglio dei Ministri dello scorso 10 agosto, siamo pure stati denunciati».
L’8 gennaio del 2016 il Consiglio dei Ministri autorizzò la costruzione dell’impianto. Ma il 18 marzo il Consiglio regionale della Campania approvò un emendamento nella Legge Regionale collegata alla Legge di Stabilità 2016 col quale si sanciva che il «rilascio di autorizzazioni regionali per impianti di produzione d’energia con utilizzo di biomasse, fruenti d’incentivi previsti dalle vigenti norme sull’uso di fonti rinnovabili, per i quali risultino pendenti contenziosi giurisdizionali, è sospeso fino alla definizione dei giudizi con sentenza passata in giudicato». Un impedimento alla costruzione dell’impianto che sarebbe venuto meno con la sentenza del Tar. Pochi giorni dopo il ministero dello Sviluppo Economico-Direzione generale per gli incentivi alle imprese, comunicò la revoca del finanziamento precedentemente stanziato per la realizzazione dell’impianto.
Dopo la perdita del finanziamento, la Biocogein presentò ricorso al Tar per ottenere dal Comune un risarcimento di 8 milioni di euro (pari all’investimento complessivo dell’opera) ritenendo l’ente responsabile dei rallentamenti burocratici che avevano comportato la perdita del finanziamento.
Infine ad agosto fu revocata la delibera di autorizzazione approvata a gennaio. Ed è contro quest’ultima delibera che ha presentato ricorso la Biocogein che, in caso di vittoria del ricorso, potrebbe riprendere l’iter per la costruzione dell’impianto. «E’ vero che hanno perso il finanziamento – conclude Vona – ma ne potrebbero chiedere un altro o comunque rivalersi sul Comune al quale hanno chiesto un risarcimento danni».
Insomma, quello che sembrava un pericolo ormai scongiurato, contro il quale erano state organizzate mobilitazioni di piazza e manifestazioni di protesta, rischia da un momento all’altro di tornare ad essere incombente.

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