Emergenza cinghiali, Pellegrino: «A breve i selecontrollori saranno attivi»

Arturo Calabrese

Tommaso Pellegrino sull’emergenza cinghiali annuncia una riunione con FederParchi e Regione

Negli ultimi giorni sono stati diversi gli incidenti causati dalla presenza di cinghiali sul tratto stradale. Ad avere la peggio le auto, distrutte, e una donna finita in ospedale. Quanto accaduto ha fatto tornare sul piede di guerra i sindaci del territorio, in particolare i primi cittadini di Gioi Andrea Salati, che ha anche scritto al Parco chiedendo fatti tangibili, e quello di Ottati Eduardo Doddato, che si è detto pronto ad emanare nuovamente un’ordinanza per autorizzare gli abbattimenti. A fare loro eco è l’Unione Sindacale di Base che denuncia un’immobilità del Parco da quando il presidente Pellegrino si è insediato, «Segno questo che c’è qualcosa che non va. Il territorio del Parco è ostaggio di svariate categorie di come i cacciatori e gli ambientalisti, gli imprenditori e gli agricoltori, le opposte forze e fazioni politiche». Tommaso Pellegrino, chiamato in causa, interviene per disarmare i primi e placare l’animo dei secondi. Per Pellegrino la questione dei cinghiali è stata la prima problematica da affrontare ai tempi della sua nomina ad aprile. Ha avviato, su tutto il territorio del Parco, dei corsi per formare dei cacciatori, i cosiddetti selecontrollori, al fine di evitare battute di caccia senza professionalità che in passato hanno contribuito soltanto a peggiorare la situazione. A distanza di circa 7 mesi dall’inizio di tali corsi, a breve ci sarà l’esame finale. Ad annunciarlo è lo stesso presidente: «I corsi sono finiti – spiega – ora manca solo l’ultimo passo per la certificazione ufficiale e poi i nuovi 300 selecontrollori saranno attivi a tutti gli effetti. Gli abbattimenti selettivi, eseguiti con una certa linea di indirizzo, saranno la soluzione da cui partire per risolvere una volta per tutte questo grave problema». Pellegrino ha in programma una serie di interventi da affiancare ai selecontrollori: «per combattere la piaga degli ungulati – continua – attueremo anche altre iniziative quali centri di cattura. In questo caso gli animali verranno catturati, quelli adatti saranno utilizzati per la filiera alimentare ed altri trasferiti in zone dove queste emergenza è già stata arginata da tempo». Per avviare queste nuove soluzioni, però, è necessario che il Parco si interfacci con altre realtà. «Nei prossimi giorni – dichiara il presidente Pellegrino – ci sarà un tavolo tecnico tra l’Ente, la FederParchi, nella persona del presidente Giampiero Sammurri, la Regione Campania, tecnici ed esperti del settore. Insieme a loro ci sarà un focus sulla questione e saranno messe sul tavolo della discussione le esperienze di altre regioni italiane, dove il problema è stato in passato ancor più presente e dove è stato ampiamente superato».

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