Cilento: decade da sindaco e diventa assessore, il caso finisce in Parlamento

Costabile Pio Russomando

Noi con Salvini: situazione anomala, necessario intervenire

MAGLIANO VETERE. Ancora polemiche nel comune cilentano in merito alla situazione di Carmine D’Alessandro. L’ormai ex primo cittadino era stato ritenuto dai giudici ineleggibile )insieme a tre consiglieri comunali) per via del ruolo ricoperto all’interno di una fondazione che svolgeva mansioni per il comune. Costretto a lasciare l’inicarico al vicesindaco Franca Tarallo, lui era rimasto in seno alla giunta venendo nominato assessore esterno. Una situazione che non ha mancato di destare scalpore e polemiche da parte della minoranza. Ora il caso è finito anche in Parlamento, oggetto di un’interrogazione di Giuseppina Castiello, deputata campana (originaria di Afragola) di Noi con Salvini.

“La prefettura di Salerno – scrive la Castiello ricostruendo la vicenda – il 4 aprile scorso comunicava che Carmine D’Alessandro è obbligato ad astenersi dall’esercizio delle funzioni di sindaco”. Eppure, evidenzia la deputata, “decaduto dalla carica di sindaco è stato nominato assessore con l’assegnazione di nutrite deleghe, dal bilancio ai tributi comunali, dai lavori pubblici al patrimonio, dal commercio alla polizia locale. Di fatto ha concentrato su di sé tutte le attività del comune, continuando, con questo espediente, ad esercitare di fatto, ad avviso degli interroganti con un aggiramento alla legge, le funzioni precedentemente svolte e per le quali è intervenuta la richiamata sentenza di decadenza”.

Ma le contestazioni non finiscono qui: “La prima seduta, successiva all’intervenuta decadenza del D’Alessandro, del consiglio comunale – ricorda l’on. Castiello – si è svolta con la presenza di soli tre consiglieri comunali, oltre il sindaco facente funzioni, in spregio al regolamento del consiglio comuna senz’altro computare il sindaco. Essendo i consiglieri assegnati dieci, è palese che la seduta del consiglio comunale si è tenuta con modalità non conformi alla legge, in quanto per essere considerata valida, oltre al sindaco, occorreva la presenza di almeno quattro consiglieri comunali”.

Di qui la richiesta al Governo per sapere quali “ulteriori elementi intenda acquisire anche per il tramite del prefetto, sull’anomala situazione venutasi a creare e se non si ritenga opportuno assumere iniziative normative per disciplinare in maniera più stringente la fattispecie della decadenza dalla carica di sindaco al fine di evitare che possano ripetersi casi paradossali come quello sopra descritto”.

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