Ruggero Cappuccio nuovo direttore artistico del Napoli Teatro Festival

Antonella Agresti

Nuovo incarico per l’attore e regista, ideatore del Festival Segreti d’Autore

SESSA CILENTO. Il regista Ruggero Cappuccio è il nuovo direttore artistico del Napoli Teatro Festival. La nomina del ‘Maestro’ è stata salutata nel Cilento con un grandissimo entusiasmo. Se è vero che Ruggero Cappuccio nasce a Torre del Greco il 19 Gennaio del 1964, è anche vero che le sue radici sono profondamente radicate nel Cilento, perché i genitori, Luigi e Liliana Del Giudice provengono da famiglie feudatarie e aristocratiche del terrotorio, in particolare da San Mango e Serramezzana, dove Cappuccio ha trascorso gran parte della sua giovinezza. Proprio a Serramezzana il Cappuccio ha da poco restaurato il palazzo avito ospitandovi alcuni dei nomi più importanti del panorama culturale italiano, da Raffaele La Capria a Isa Danieli, da Gigi Proietti al Procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti. Nel Cilento, nei borghi del Monte Stella di Omignano, Valle, Serramezzana, Torchiara, Montecorice, Castellabate, organizza da sei anni il “Festival Segreti d’Autore” che è nato da un progetto condiviso con il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburno. Nel Palazzo di Valle Cilento il regista ha anche girato a Giugno il docufilm “Paolo Borsellino. Essendo Stato” e, sempre nei borghi del Cilento, tra Serramezzana e Agnone ha girato un anno fa il film Veleni, insieme alla regista Nadia Baldi.
Ruggero Cappuccio ha dichiarato di essere felice per la nomina alla guida del Napoli Teatro Festival, ma consapevole della grande responsabilità per la guida del Napoli Teatro Festival. Prende il posto di Franco Dragone. Per il regista il teatro deve necessariamente contemplare la coesistenza di estetica ed etica e sarà ciò che, anche in questo nuovo ruolo, cercherà di perseguire.

Riportiamo qui di seguito una breve nota biografica a cura di Carmen Lucia:
“Ruggero Cappuccio è noto soprattutto per il suo teatro capace di affrancarsi dalla koiné della drammaturgia napoletana, ispirato al lirismo, alla forza epica di una rêveire di nostalgica elegia. La sua è una scrittura raffinatissima in cui, insieme alla forza “euritmica” della musicalità della parola, domina spesso la letterarietà, la storia, il mito, ma anche la cronaca e l’umorismo più sapido (come nell’ultima commedia Spaccanapoli Times, 2015). Tutte queste infinite componenti evocate sulla scena sembrano come sospese tra presenze oniriche e spasmi di memorie, poiché prendono corpo in partiture sonore originalissime, in cui si agglutinano la ricerca di linguaggi mitici e primigeni, mutuati dalla memoria letteraria o dalla lingua di Basile, con l’interferenza di altri registri anche distanti cronologicamente e sempre in tensione, come per esempio in Delirio Marginale (Premio IDI 1993), Desideri mortali, oratorio profano per Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1996), Tieste (1997), Il sorriso di San Giovanni (Premio Ubu Migliore Novità Italiana 1998). Da qui la grande varietà di toni, di stili anche distanti dal punto di vista diatopico e diacronico (con l’accostamento del siciliano al napoletano, dell’uso della lingua del Seicento e dell’inglese), e soprattutto la grande varietà anche dei generi per una drammaturgia, che appare per questo difficilmente riconducibile ad un’unica cifra stilistica”. Tra le molte opere, che comprendono tre romanzi, regie liriche, film, riscritture di classici, opere teatrali e importanti prove attoriali ricordiamo qui che agli esordi della sua carriera Cappuccio lavora anche con Leo De Berardinis a cui è dedicato il Teatro di Vallo della Lucania. Solo due settimane fa, presso la Libreria Feltrinelli di Salerno, la Professoressa Carmen Lucia, che è anche redattrice del Giornale Infocilento, ha presentato insieme all’Autore l’ultimo suo romanzo, La prima Luce di Neruda (Feltrinelli Editore). La docente, Dottore di ricerca all’Università di Salerno e docente presso l’IIS “Cenni-Marconi” di Salerno è autrice di recensioni e di due saggi sull’opera di Ruggero Cappuccio, presentati al VI e VII Congresso Internazionale di Italianistica dell’Università di Craiova (a cura della Professoressa Elena Pirvu).

Condividi questo articolo
Exit mobile version