Niente progetti, né programmi: ancora polemiche sul teatro “De Berardinis”

Redazione Infocilento
Teatro De Berardinis

Ad un anno e mezzo dall’inaugurazione ancora nessuna programmazione

VALLO DELLA LUCANIA. Un modello progettuale inesistente e un bilancio fallimentare per un Teatro, il “De Berardinis”, che doveva e poteva essere per Vallo, “Città della musica”, un centro culturale di riferimento per tanti artisti locali e campani, un esempio d’impresa culturale, dopo i Teatri di Napoli e Salerno, per tutto Il Meridione, un luogo dove ospitare rassegne sulla drammaturgia contemporanea, e finanche un laboratorio permanente per i giovani studenti del territorio cilentano. Ma, niente di tutto questo. Chi l’ha gestito – evidentemente – non è stato in grado di pianificare una programmazione degna di questo nome, né è stato capace di proporre alternative valide, limitandosi ad aprirne le porte spesso e volentieri a sodali, amici, e utilizzando una struttura di grandi potenzialità “in maniera impropria a semplice richiesta di chicchessia, con elevati costi a carico esclusivo dei nostri cittadini” – come denunciano i consiglieri comunali Nicola Botti e Francesca Serra – chiedendo al sindaco Aloia un “urgente incontro finalizzato alla regolamentazione e gestione del teatro comunale denominato Leo De Berardinis – considerato che – risulta evidente a tutti l’importanza di disciplinare in maniera adeguata la gestione di un teatro che può rappresentare per tutto il territorio cilentano un contenitore per lo sviluppo e la distribuzione della nostra cultura.” Non solo. In pochissimi sono a conoscenza del fatto che la nuovissima struttura del Teatro è dotata di un centro polifunzionale e di sale, che potrebbero diventare laboratori permanenti per accogliere giovani studenti e artisti che si dedicano alle molteplici espressioni artistiche della danza, della musica, del teatro e finanche del cinema.
Come si evince anche dalla recente Legge Franceschini, i teatri sono vere e proprie imprese, e a dirigerli vi è, di solito, un Direttore artistico, scelto per competenze e curriculum, e non per affinità politiche e clientelismi. Ancora, un Teatro Stabile può essere anche gestito l’estrema flessibilità e condivisione di scelte che si caratterizza principalmente nella forma giuridica dell’Associazione Culturale senza fini di lucro. In ogni modo, qualunque sia la soluzione, il nucleo principale della gestione e progettazione di un Teatro dovrebbe essere “gestito” da una struttura organizzativa, integrata da più figure professionali, con una dimensione cooperativa e trasparente. E tutto questo senza l’apporto di contributi pubblici. Spiace ancor di più pensare che è morto prima ancora di nascere un Teatro che porta il nome di Leo De Berardinis, nato a Gioi, un drammaturgo e regista che rappresenta uno dei talenti più impetuosi, creativi e profondi del teatro di ricerca di fine ‘900, dotato di tanto genio e sincerità da essersi meritato una vera fama d’artista popolare, non a caso sostenitore, come amava dire, di una “tradizione del nuovo”. Il nuovo che – almeno finora – non si è ancora visto.

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