Numeri da record per l’evento “I giorni romani di Paestum” | FOTO

Carmen Lucia

L’appuntamento rientra nell’ambito delle iniziative previste dal Piano di Valorizzazione del MIBACT

2311 visitatori e 4575 ingressi nelle giornate di Sabato 4 e Domenica 5 Giugno: si registrano numeri da record a Paestum, per le “Domeniche gratuite al Museo” introdotte nel 2014. Bastano questi dati per capire che quella del neo-Direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, è una vera e propria “rivoluzione” in atto, nel progetto di valorizzazione del sito e dell’intero patrimonio archeologico dell’antica colonia greca. La possibilità di visitare gratuitamente il Parco archeologico è stata arricchita da un evento unico intitolato “I giorni romani di Paestum”, grazie al contributo di varie associazioni (Associazione culturale SPQR, Mos Maiorum, Romanitas, Cultus Deorum). I numerosi visitatori hanno avuto la possibilità di assistere a drammatizzazioni di scene di vita quotidiana del mondo romano. Per la via sacra, hanno preso vita vere e proprie “allegorie viventi” di matrone, senatori, patrizi e plebei che hanno rievocato scene di vita quotidiana, dalla religione alla vita politica, riproducendo uno spaccato della vita civile, con abiti e utensili, ricreati con fedeli riproduzioni dalle fonti classiche. Basato sulla “living history”, l’approccio didattico-divulgativo alla storia romana consente, attraverso la rievocazione storica, di conoscere e rivivere aspetti inediti della cultura materiale dei romani. Alla base di questa ricerca-azione, che prevede la “mise en scène” di momenti della vita reale dei romani, un’operazione metodologica che può essere definita come traduzione intersemiotica, che parte dalle fonti scritte e iconografiche (per esempio, i dipinti di Pompei) per “transcodificare” la storia in atti e scene reali, lì dove gli attori danno vita e nuova linfa alla storia. Una storia che però coincide con quella “storia lenta” di cui parla Braudel,«quella storia dalla lunga durata che scorre come un fiume sotterraneo e invisibile, parallela alla storia “rapida” raccontata nei libri» (Raffaele La Capria, da “L’occhio di Napoli”, 1994, p.933).
Non a caso ha riscosso molto successo, soprattutto tra il pubblico dei bambini, la riproduzione della lotta dei gladiatori nell’anfiteatro romano: attraverso una ricreazione e drammatizzazione delle lotte corpo a corpo degli atleti, armati di scudo, rete, lance e tridente, è stato anche possibile seguire lezioni di storia sulla genesi delle lotte, sulle particolarità delle armature e sulle varie categorie dei lottatori. Alla base della riscrittura delle scene un’interpretazioni di fonti classiche, in particolare di Strabone, Marziale e Plinio, fonti autorevoli che hanno reso possibile una traduzione e una transcodificazione sicuramente più significativa e puntuale rispetto a quella “vulgata” dalla cultura hollywoodiana.
A pochi mesi di distanza dal suo insediamento, appare perciò quasi superfluo dire che, rispetto all’immobilità del passato, quella di Gabriel Zuchtriegel coincide con una vera e propria “rivoluzione culturale”, che è visibile per il turista, ma ancor di più per noi cilentani (se solo consideriamo l’apertura di sezioni del Museo finora interdette al pubblico o, parliamo giusto di una settimana fa, pensiamo al reading-concerto organizzato per commemorare il bicentenario di “Viaggio in Italia” di Goethe).
Nell’ inserto settimanale “La Domenica”, de “Il Sole 24 ore”, il 19 febbraio del 2012 veniva pubblicato il “Manifesto per la cultura” intitolato incisamente “Niente cultura, niente sviluppo”, un manifesto gravido di presupposti e idee squisitamente di natura economica: prendiamo spunto qui, da questo titolo, così efficace e incisivo per ribadire appunto che per il nostro territorio, così ricco di testimonianze storico-artistiche, il solo vettore capace di generare ricchezza, prosperità, progresso e sviluppo, è la cultura. Ma questa cultura. Con interventi di valorizzazione e promozione turistica che siano attraversati da queste metodologie d’intervento, gravide di sperimentazione, apertura, ricerca e azione. Queste dunque le parole-chiave che sembrano, almeno per chi scrive qui, connotare la “politica” di chi dirige oggi il Parco Archeologico di Paestum, un Parco che si apre anche alle attività finalizzate all’alternanza scuola-lavoro, per sostenere percorsi formativi integrati, per implementare nuove competenze specializzate e incrementare le possibilità di accesso al mondo del lavoro (si vedano i progetti avviati con i Licei del nostro territorio).
Non si trascuri poi il grande successo del pubblico e dell’utenza “virtuale”: pensiamo alle ricadute, in termini di crescita culturale ed economica, del grande riscontro mediatico che l’immagine di Paestum sta avendo negli ultimi mesi sui canali multimediali e in particolare sui nuovi account (facebook, twitter e instagram) del Parco Archeologico, curati dalla Dottoressa Rossella Tedesco. Paestum e il Cilento, con il patrimonio culturale diffuso dei suoi paesaggi gravidi di storia, nascondono potenzialità di straordinario impatto ancora inespresse, in termini di occupazione, sviluppo socio-economico e benessere. Anche per questo Paestum, dopo Mantova, potrebbe candidarsi per i prossimi anni a diventare “Capitale Italiana della Cultura”…. e se questi sono i presupposti … forse siamo finalmente sulla buona strada….

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