“Ok, Let’s Go.”

Giuseppe Di Vietri

6 Giugno 1944 – Lo Sbarco in Normandia.


Dopo che le pessime condizioni meteo costrinsero al rinvio di 24 ore dello sbarco, il Generale Eisenhower, Comandante Supremo delle Forze di Spedizione Alleate (SHAEF) e futuro Presidente degli Stati Uniti, dà il via libera all’Operazione Overlord, l’invasione alleata dell’Europa. Omaha, Utah, Gold, Juno, Sword, i nomi in codice che gli Alleati diedero ai punti di sbarco, sono nomi epici, passati alla storia. Su tutti Bloody Omaha. Ma i primi a combattere e a morire sul suolo francese non arrivarono dal mare ma dal cielo: i paracadutisti della 101° aviotrasportata, con gli oltre 60 kg di equipaggiamento e il volto tinto con del lucido da scarpe per confondersi nell’oscurità, a poche ore dalla partenza ricevono la visita del Generale che accolgono calorosamente: “E’ Ike! Il buon vecchio Ike!”. Lui pronunciò poche parole stringendo la mano a molti di loro, sorridendo e mostrando tranquillità, ma con un grande turbamento interiore. “E’ molto difficile guardare un soldato negli occhi se temi di mandarlo a morire” ebbe dopo a riferire alla sua autista personale: l’Alto Comando alleato aveva infatti previsto che 8 paracadutisti su 10 non avrebbero fatto ritorno. I primi a lanciarsi, i primi a cadere: soli, di notte, dietro le linee nemiche. Altri paracadutisti che atterrarono sul suolo francese furono quelli dell’82° Divisione aviotrasportata e, tra questi, vi era John Marr, di 25 anni, che prima della guerra faceva l’imbianchino a Kansas City: “Pensavamo che saremmo caduti in qualche campo o pascolo di mucche. Invece era un terreno allagato, pieno d’acqua. I carrarmati non potevano passare nessuna di quelle aree alluvionate, era impossibile: sarebbero affondati nella melma. L’unico posto dove potevano passare era in due guadi: la nostra missione era quella di prendere i due guadi di La Fière e di tenere la posizione per bloccare i tedeschi.”.
Tutto ciò tra il 5 e il 6 giugno 1944, giorni cruciali che hanno determinato le sorti della guerra e quindi il mondo come oggi lo conosciamo. Dopo la sconfitta di Stalingrado il 2 febbraio 1943 e l’inizio dell’avanzata sovietica sul fronte orientale, la Germania aveva perso la sua aura d’invincibilità e quindi serrava con forza i ranghi col celebre discorso allo Sportpalast di Berlino da parte del ministro della propaganda Goebbels che incitava alla Totaler Krieg: “Vi chiedo: volete voi la guerra totale? Se necessario, volete una guerra più totale e radicale di quanto mai oggi possiamo neppure immaginare?”. Dall’altro lato invece le truppe alleate le quali dopo aver combattuto in Africa e in Italia si apprestavano ad invadere l’Europa con un solo obiettivo “Full victory, Nothing else.”. Fu una giornata intesa e terribile quella del 6 giugno 1944 che gli stessi protagonisti raccontano come una giornata campale su entrambi i fronti come del resto lo stesso Feldmarsesciallo Rommel sosteneva: “le prime ventiquattr’ore dell’invasione saranno decisive…per gli Alleati, e per la Germania, sarà il giorno più lungo”. Anche il Generale Eishenower, a dir poco preoccupato e temendo la disfatta, il giorno prima aveva scritto una dichiarazione solenne: “I nostri sbarchi nella zona di Cherbourg sono falliti e ho ordinato alle truppe di ritirarsi. L’esercito, l’Aviazione e la Marina hanno impiegato tutto il loro coraggio e la loro devozione al dovere. Se colpe o mancanze hanno impedito il successo, queste sono esclusivamente mie”.
La parte marittima dell’Operazione Overlord, l’Operazione Neptune, che noi ricordiamo come Sbarco in Normandia fu l’assalto anfibio più imponente della storia e gli Alleati scelsero il luogo di sbarco più inaspettato perché la Normandia era la zona più insidiosa in cui creare una testa di ponte, con pareti rocciose facili da difendere e difficili da espugnare e a ciò si agginse che in quei giorni la Manica era colpita dalla tempesta più violenta degli ultimi venti anni. Gli Alleati contavano su 6 divisioni di fanteria, 55 divisioni motorizzate, 25 divisioni corazzate, innumerevoli carri armati, 3476 aerei da bombardamento, 5409 aerei da caccia, 6 navi corazzate, 27 incrociatori, 164 cacciatorpediniere, 6500 mezzi da sbarco. In totale, il 6 giugno 1944, gli Alleati contano su una forza di quasi tre milioni di uomini. Numeri impressionanti. Di questo imponente esercito, 1.700.000 sono americani e il resto inglesi, francesi, canadesi, norvegesi, belgi, polacchi e cecoslovacchi. Le forze del Reich invece, in quella parte di Vallo Atlantico, contano 49 divisioni di fanteria,10 divisioni corazzate, 1600 carri armati,198 aerei da bombardamento,125 aerei da caccia, 3 cacciatorpediniere, 36 siluranti e 34 sommergibili.
L’Operazione Overlord fu segretissima e conosciuta ad un ristretto numero di persone e il timore di spionaggio o di una fuga i notizie aumentava a dismisura la tensione nell’Alto Comando Alleato. Il generale Cornelius Ryan, autore del celebre libro “Il giorno più lungo” riporta tra le altre cose come nelle settimane immediatamente precedenti allo Sbarco, Leonard Dowe, un ex calciatore e veterano della Grande Guerra che, appese le scarpette al chiodo, divenne professore di materie scientifiche e compilatore delle parole crociate per il Daily Telegraphe con cui giocavano quotidianamente milioni di inglesi, abbia realizzato dei cruciverba in cui compaiono tra le soluzioni alcuni nomi in codice dell’operazione. Solo “una fantastica coincidenza” ebbe a riferire ai servizi segreti inglesi MI5 che lo interrogarono scorrendogli una lista:
27 maggio: 11 orizzontale, “Ma qualche pezzo grosso come questo ne ha rubato qualcuno a suo tempo”, Overlord;
2 Maggio: 17 orizzontale, “uno degli U.S.”, Utah (nome in codice assegnato nell’operazione alla spiaggia di sbarco della 4th US Assault Division);
22 Maggio: 3 verticale, “Pellirosse del Missouri”, Omaha (nome in codice assegnato nell’operazione alla spiaggia di sbarco della 1st US Assault Division);
30 Maggio: 11 orizzontale, “Questo cespuglio suscita rivoluzioni infantili”, Mulberry (designazione in codice per i due porti artificiali che dovevano essere piazzati davanti alle spiagge dello sbarco);
1 Giugno: 15 verticale, “Divide il suo regno con Britannia”, Neptune (nome in codice assegnato alla fase di attacco navale: Operation Neptune).
In effetti fu solo una coincidenza ma l’Alto comando Alleato tremò, così come tremò nella notte tra il 5 e il 6, quando una telescriventista dell’Associated Press che si era messa ad esercitarsi, inviò un flash che, sebbene smentito poco dopo, fu trasmesso nel circuito prima dei bollettini dal fronte russo: «URGENTE ASSOCIATED PRESS NYK FLASH QG EISENHOWER ANNUNCIA SBARCHI ALLEATI IN FRANCIA.»
Ma era troppo tardi per fare qualcosa essendo la macchina dell’invasione già pronta per il via libera.


Ecco una breve cronologia dell’Operazione Overlord, fino alla conquista di Parigi.

5-6 giugno
l’82ª Divisione Aviotrasportata (Operazione Detroit), la 101ª Divisione Aviotrasportata (Operazione Chicago) e la 6ª divisione Aviotrasportata britannica (Operazione Tonga) vengono paracadutate in territorio francese.

6 giugno
D-Day, inizio degli sbarchi dal mare (Operazione Neptune).
Sulla spiaggia di Utah, alle 6 e 30 in punto, mettono piede per primi sul suolo di Francia gli uomini della 4a divisione del generale Roosevelt, appartenente al 7° Corpo d’armata del generale Collins. Le prime azioni sono coronate da successo. Alle 9 del mattino, il reggimento di testa e i suoi carri avevano già infranto la fascia esterna del Vallo Atlantico e a mezzogiorno le avanguardie della 4a divisione si trovavano in vista di Pouppeville e di Sainte-Marie per collegarsi con i paracadutisti del generale Taylor.
Erwin Rommel giunse nel tardo pomeriggio al suo quartier generale di La Roche-Guyon. L’invasione era cominciata da dodici ore e ormai era troppo tardi per riprendere in mano la situazione. Rommel si gettò con l’impeto di sempre nell’azione, per tentare di tamponare le falle.
Sull’intero fronte la battaglia si placò col sopraggiungere del tramonto. Sia gli Alleati sia i tedeschi erano troppo stanchi per continuare i combattimenti. I tedeschi, poi, non avevano più i mezzi sufficienti per respingere l’assalto nemico e mancavano di truppe per un contrattacco in grande stile.
Non tutti gli obiettivi fissati sulle varie spiagge erano stati raggiunti dagli Alleati nel “D Day”; anzi, quasi nessuno. Eppure “Overlord” si poteva già considerare un grande successo. Centinaia di migliaia di uomini, decine di migliaia di carri armati e di veicoli erano stati sbarcati. Da questo momento diventava impensabile rigettarli in mare.

7 giugno
Sebbene alla mezzanotte del 6 gli Alleati non abbiano ancora raggiunto gli obiettivi previsti dal piano Overlord, tutti gli sbarchi (ad eccezione di quello sulla spiaggia “Omaha”) sono riusciti bene ed ora le truppe anglo-americane hanno stabilito ampie teste di ponte.
Col sorgere del sole la battaglia si riaccende: il problema più urgente per gli Alleati è consolidare le teste di sbarco e raggiungere quanto prima la linea che avevano contato di raggiungere entro la sera precedente.
Per i tedeschi è questione di vita o di morte riuscire a respingere gli avversari prima che questi abbiano la possibilità di allargare la breccia aperta nelle loro difese costiere.

12 giugno
la 101ª Divisione aviotrasportata cattura Carentan.

13 giugno
la 101ª Divisione aviotrasportata respinge un contrattacco tedesco a ovest di Carentan. Truppe britanniche vengono respinte a Villers-Bocage.

25-30 giugno
Operazione Epsom, l’offensiva alleata a ovest di Caen porta solo a un limitato guadagno territoriale.

25-30 giugno
Battaglia di Cherbourg, gli americani alla fine conquistano il porto, che è però stato reso inutilizzabile dalla guarnigione tedesca.

8 luglio-9 luglio
Operazione Charnwood, la parte di Caen a nord del fiume Orne viene finalmente catturata.

17 luglio
Erwin Rommel rimane gravemente ferito quando la sua auto viene colpita dalla raffica di un aereo alleato.

18-20 luglio
l’Operazione Goodwood permette di avanzare oltre l’Orne e conquistare anche la parte meridionale di Caen.

24 luglio
con l’Operazione Cobra inizia la rottura del fronte tedesco presso Saint-Lô.

8 agosto
La 3ª Armata di Patton libera Le Mans.

7 agosto-13 agosto
Fallisce il tentativo di contrattacco tedesco a Mortain (Operazione Lüttich) sul fianco delle truppe americane.

8 agosto-13 agosto
Operazione Totalize, inizia l’offensiva britannica che respinge le forze tedesche verso Falaise, provocando la formazione della Sacca di Falaise.

15 agosto
Operazione Dragoon, inizia uno sbarco congiunto franco-statunitense nella Francia meridionale.

19 agosto
Gli americani attraversano la Senna a Mantes-la-Jolie.

21 agosto
La sacca di Falaise viene chiusa, 50.000 soldati tedeschi sono catturati.

25 agosto
Liberazione di Parigi.

Operazione Overlord
Full victory, nothing else!

 

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