Referendum: alcuni sindaci del Cilento dicono Sì per fermare le trivelle

Arturo Calabrese

La staffetta dei sindaci: una serie di foto per dire “Stop alle trivelle” al referendum del 17 aprile

Sono per il momento 11 i sindaci cilentani che hanno appoggiato l’iniziativa di Legambiente a favore del Sì al referendum del 17 aprile. Anna Acquaviva, Franco Alfieri, Michele Apolito, Giovanni Cantalupo, Rosario Carione, Francesco Carpinelli, Giuseppe Castellano, Massimo Farro, Francesco Palumbo, Stefano Pisani e Michele Voria ma la lista è ancora in aggiornamento. In tale data tutti gli italiani aventi diritto al voto saranno chiamati alle urne per esprimere il proprio assenso o diniego all’abrogazione della norma che proroga ad oltranza le concessioni di trivellare il Mediterraneo alla ricerca di gas e petrolio. Su tutto il territorio nazionale sono tantissime le associazioni, ambientaliste e non, che si stanno dando da fare per sensibilizzare la popolazione sull’importanza di tale referendum  e sull’importanza di votare Sì e cioè a favore dell’abrogazione. Alcuni partiti, tra cui il PD che governa il Paese, hanno invitato all’estensione creando non poche critiche anche tra i militanti e gli iscritti. Tra gli 11 sindaci cilentani che hanno partecipato alla staffetta, iniziativa voluta dal circolo Legambiente di Torchiara Ancel Keys, anche alcuni che del PD fanno parte e che hanno contribuito in maniera decisiva ai successi elettorali degli ultimi tempi. Tra questi Franco Alfieri e Stefano Pisani, rispettivamente sindaco di Agropoli e di Pollica, entrambi del Partito Democratico che non seguiranno, quindi, l’indicazione del premier segretario Matteo Renzi. Su questo aspetto della situazione un avvocato cilentano, Arnaldo Miglino, ha presentato denuncia contro il premier Renzi per violazione della legge del 30 marzo del 1957, e oggi ancora in vigore. “L’articolo 48, comma 2 della Costituzione – spiega Miglino – dispone che l’esercizio del voto è dovere civico”. Di conseguenza “l’articolo 51 della legge 352/70 e l’articolo 98 della legge 361/57 – continua l’avvocato – puniscono con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa il pubblico ufficiale che si adopera per indurre gli elettori all’astensione del referendum”. E siccome secondo Miglino “le parole di Renzi, per la posizione che occupa, possono avere un effetto sugli elettori, occorre verificare se la sua condotta possa essere riscontrata come una induzione”.
Ecco le foto degli amministratori che hanno partecipato all’iniziativa:

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