Cilento: differenziata dell’umido e sacchetti non a norma

Comunicato Stampa

Non vorrei passare per pedante, noioso o di avercela con i nostri amministratori locali, ma i sacchetti per l’umido distribuiti dal comune di Sapri, come di Agropoli, non sono a norma.


La legge infatti di conversione n.116 del 2014 prevede la commercializzazione (anche a titolo gretuito) solo di sacchetti per la spesa biodegradabili e compostabili, secondo la normativa UNI EN 13432. Le sanzioni previste dalla legge sono per giunta pesanti: vanno da 2500 a 25 mila euro .

UNi EN 13432 del 2002 è una norma armonizzata del Comitato europeo di normazione relativa alle caratteristiche che un materiale deve possedere per potersi definire biodegradabile o compostabile. Il termine “compostabile” fa riferimento a norme legate alla non tossicità del materiale decomposto se disperso in natura.
Tale norma è intitolata “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi” (da Wikipedia).

Malgrado ciò la stragrande parte dei commercianti (il 60% a Sapri ) fa finta di niente, affermando che i clienti non le vogliono perché si rompono facilmente, sia perché devono smaltire ancora quelli di plastica, sia perché quelli a norma costano troppo e dovrebbero pertanto farli pagare ai clienti.
In effetti le buste biodegradabili e compostabili costano di più, se si confrontano i prezzi presentati dalle diverse ditte che le commercializzano.

Ebbene, non solo i commercianti ma adesso anche a Sapri come ad Agropoli si distribuiscono sacchetti per l’umido che non riportano la dicitura prevista per legge, quindi illegali.
Ad Agropoli, ad esempio, il vice sindaco, rispondendo ad una denuncia del M5S, replica che è stata fatta una gara d’appalto e fra le varie proposte è stata scelta quella che costava di meno: cioè “Un modo per garantire il servizio evitando sprechi e puntando sulla convenienza economica” precisa Adamo Coppola. “Le buste utilizzate sono inoltre accettate dall’impianto di smaltimento”(Infoagropoli del 22 febbraio).
Insomma nessuna irregolarità nei sacchetti per i rifiuti distribuiti ai cittadini: sono biodegradabili come previsto dalla legge – peccato che la legge prevede che siano biodegradabili e compostabili – e il loro acquisto ha garantito un notevole risparmio economico.
Ma il costo pagato dall’ambiente non ha certo prezzo se si considera la quantità di sacchetti in plastica abbandonati che inquinano fiumi, mari e spiagge.

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