Cilento, aspettando il Natale: “scauratieddi”

Giuseppe Conte

Aspettando il Natale InfoCilento vi propone un piatto tipico della tradizione del Cilento: gli “scauratieddi”.

Continua il nostro viaggio attraverso la gastronomia tradizionale del Cilento. Siamo a Dicembre ed è giunto il momento di imbandire la tavola di Natale. Lo facciamo partendo dalla parte “dolce” con la più tipica delle preparazioni: “li scauratieddi”. È questo il dolce per eccellenza che nei decenni scorsi ha accompagnato le festività natalizie dei cilentani. Un piatto semplice e al contempo laborioso che prevede una scrupolosa lavorazione da seguire con minuzia.

È una storia da raccontare questa ricetta; carta e penna non servono: povera negli ingredienti ma grande nel gusto riporta il palato e la mente ai ricordi del passato. Di paese in paese si riscontrano alcune varianti che non influenzano sulla lavorazione e se parliamo di “scauratieddi” le note “zeppoline” sono chiuse a mezzo fiocco assumendo la caratteristica forma.

L’imposto si ottiene con la farina aggiunta ad un’acqua aromatizzata che al bollore rilascia un delicato profumo.

Gli Scauratieddi, dolce tipico cilentano

È il momento di riempire la pentola che noi chiamiamo “tiano” con circa un litro di acqua e la mettiamo sul fuoco. Aggiungiamo mezzo bicchiere di olio e, volendo anche mezzo bicchiere di vino (la ricetta tradizionale non sempre prevede quest’ultimo ma l’usanza cambia di paese in paese). Ci servono ora un’arancia, un limone e un mandarino. Ne grattugiamo quasi tutta la buccia, avendo cura di conservarne una parte intera; l’aggiungiamo all’acqua. Uniamo anche un cucchiaino misto di sale e zucchero. Infine mettiamo un rametto di rosmarino: è questo uno dei passaggi fondamentali; conferisce un aroma ancora più intenso e caratterizza la preparazione tipica cilentana. Portiamo il tutto a bollore e non appena ci accorgiamo che il rosmarino inizia ad appassire, vorrà dire che siamo al punto giusto. Togliamo il rametto e le bucce degli agrumi intere e, a fuoco lento aggiungiamo la farina di tipo 00 (ne servirà circa un kg). Mescoliamo energicamente con un cucchiaio di legno. Laddove l’impasto faccia fatica ad addensarsi saniamo con qualche altro cucchiaio di farina. Non appena l’impasto inizierà a staccarsi dal “tiano” vorrà dire che ha raggiunto la sua consistenza e dunque va tolto dal fuoco. Stendiamo il composto su un piano di legno, d’obbligo è il classico “scannaturo” che avremo cura di ungere leggermente con olio.

Ed ora spazio all’abilità! Con la pasta formiamo dei piccoli cilindri e li chiudiamo quasi all’estremità. Procediamo così fino a terminare l’impasto. Siamo pronti per la frittura! Mettiamo a scaldare l’olio e delicatamente procediamo a friggere le nostre zeppoline. Appena dorate le disponiamo in un vassoio e finita la procedura le passiamo nel miele leggermente disciolto sul fuoco. Volendo si può aggiungere zucchero o cannella. Decoriamo con scorzette di agrumi e i “diavolini”. Ah! Non dimenticate di guarnire con un rametto di rosmarino: servirete così “li scauratieddi”.

Siamo nel Cilento e insieme prepareremo il pranzo di Natale. Continuate a seguirci! Intanto Buona Domenica…

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