Non c’è pace per il museo del Grand Tour,

Emilio Malandrino

Nuove polemiche per il Museo del Grand Tour di Paestum. Ad alzare la voce il comitato 15 giugno.

CAPACCIO. E’ senza pace il museo di “Paestum nei percorsi del Grand Tour”. Dopo il provvedimento di sfratto da parte dell’ordine dei frati minori dalla sua attuale sede, sorgono problemi anche per l’occupazione di palazzo Bellelli, individuato come nuova location dall’amministrazione comunale. L’associazione Agorà dei Liberi che attualmente occupa i locali, infatti, non sembra disposta a trasferirsi altrove e continua a rivendicare l’edificio per lo svolgimento delle proprie attività sociali e culturali. Nelle ultime ore anche l’associazione 15 giugno ha manifestato il proprio sostegno all’associazione.

“L’Associazione Agorà dei liberi di Capaccio-Paestum – spiega il presidente Antonio De Rosa – è una ONLUS indipendente, aconfessionale e apartitica, formata da oltre cinquecento soci che, da circa quindici anni, a titolo gratuito, promuove la divulgazione del patrimonio storico e artistico della nostra città e la valorizzazione del suo territorio. Di contro, la Fondazione Vico (presieduta dal Prof. Vincenzo Pepe, con sede nella lontana Vatolla) è una ONLUS che gestisce il cosiddetto Museo del Grand Tour che, tra l’altro, ha una previsione di pagamento da parte dei potenziali visitatori”.
“Appare singolare, poi, – prosegue la nota – che la Fondazione presieduta dal Prof. Vincenzo Pepe da Vatolla abbia un rapporto di vicinanza talmente stretto con l’Amministrazione guidata dal sindaco Voza da avere un’esplosione mirabolante, quanto ingiustificata, di visibilità e onnipresenza, quasi che in questo Comune non si abbiano soggetti e/o organismi in grado di produrre esperienze ed espressioni culturali”.
“I 500 soci dell’Associazione Agorà – domanda De Rosa – sono forse figli di un dio minore?”

Per il Comitato, quindi, la decisione di trasferire il museo nei locali occupati dall’associazione rappresenta una mortificazione all’identità del comune.
“Non v’è dubbio – spiega De Rosa – che il cosiddetto Museo Grand Tour debba avere una sede idonea, come del resto tutte le altre associazioni del nostro comune. Se non fosse possibile reperirne una a Capaccio capoluogo, suggeriamo di impegnarsi per mettere a disposizione della Fondazione locali, magari situati a ridosso della cinta muraria di Paestum, in una location naturale e confacente alle iniziative e ai temi che essa persegue, con oneri finanziari probabilmente inferiori per il Comune”.

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