Bagno di folla per Alberto Angela alla BMTA

Comunicato Stampa

Fotografi, giornalisti, scrittori, viaggiatori e divulgatori. È la serata degli incontri con i grandi
personaggi che comunicano l’archeologia, attirando pubblico, lettori e ammiratori.

La Basilica Paleocristiana di Paestum, nel sabato della XVIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, ha
registrato il tutto esaurito fin dalle prime ore del pomeriggio quando il fotografo Pino Musi ha
raccontato il proprio rapporto con l’archeologia e i beni culturali al direttore del quotidiano “La
Città” Enzo D’Antona.
“Un grandissimo maestro della fotografia, per l’archeologia il maestro assoluto”: così Enzo
D’Antona ha introdotto Pino Musi, protagonista di un incontro gremitissimo di pubblico nella
Basilica Paleocristiana.
“L’archeologia vive e muore perché fotografata – ha esordito il Maestro salernitano da anni
trapiantato a Parigi – per anni tutta l’iconografia legata all’ambito archeologico è stata abbastanza
superficiale, relegata ad una documentazione asettica, asservita alle esigenze delle Soprintendenze
o, peggio, alle piatte visioni patinate, spesso fuorvianti, delle guide turistiche. Quando è entrata una
lettura autorale, i fotografi sono diventati artefici di una nuova visione di quei luoghi, chiamati a
darne una chiave di lettura fatta di spunti più trasversali. In realtà la fotografia nasce come
aberrazione della realtà”.
Musi ha tenuto a precisare di non avere “nessuna preclusione tra analogico e digitale. Photoshop è
un software geniale se usato con parsimonia e lucidità, Poco entusiasta sull’uso dei droni (“la
ripresa dall’alto ti impone un punto di vista, la puoi utilizzare come colpo di scena, una forma di
interruzione in un percorso narrativo più complesso”) ha detto di trovare interessanti i selfie, ormai
legati alla vita quotidiana: “Sono una diramazione più gioviale dell’autoritratto che è un pezzo di
storia della fotografia” ha detto.
Tantissimi i luoghi immortalati dai suoi scatti che lo hanno colpito come “Efeso, dove ho lavorato
molto sull’attesa della luce, altro aspetto per me fondamentale, e Paestum, le più potenti forse,
specie la seconda per la morfologia atipica della piana: riuscire a ridare la complessità di questa
Piana è difficilissimo. Quando ho lavorato sull’Area Archeologica volevo mostrare la capacità della
natura di diventare protettiva sul reperto. La sterpaglia crea un ulteriore elemento rispetto al reperto,
al livello fotografico può ridare atmosfera”.
Al termine dell’incontro il direttore della Borsa Ugo Picarelli ha consegnato la targa ricordo a
Danila Punturiero, vincitrice del concorso su facebook “La BMTA ti porta a Paestum – II
edizione” con la foto dell’Area Archeologica di Selinunte (Castelvetrano, Trapani) che ha ricevuto
più mi piace.
Bagno di folla, davanti al Tempio di Cerere, per Alberto Angela, che ha detto: “Torno sempre con
piacere a Paestum e alla Bmta, evento capace come pochi di attrarre un pubblico appassionato di
archeologia e dell’immenso patrimonio culturale italiano”. La partecipazione di Angela è stata
salutata da una folta rappresentanza di giovani, a testimonianza di come la divulgazione scientifica
e culturale conservi un grande appeal anche tra le nuove generazioni. La visita alla Bmta 2015 è
stata, per il conduttore, occasione per approfondire i dettagli della sua ultima fatica editoriale
dedicata a Pompei, dal titolo: “I tre giorni di Pompei”, la catastrofica eruzione del Vesuvio dal
punto di vista dei pompeiani, i momenti topici dell’eruzione, ma soprattutto i sentimenti e le paure
dei cittadini dell’antica città romana. Una parte dei proventi della vendita del libro sarà devoluto per
il restauro dell’affresco dell’’Adone Ferito’ sulla via di Mercurio.
Graditissimo ritorno alla Bmta 2015 è anche quello di Syusy Blady, popolare conduttrice televisiva,
nota al grande pubblico per la trasmissione “Turisti per Caso”. Da anni affezionata ospite della
Borsa, la Blady ha presentato il suo nuovo format “Italia Slow Tour”, progetto realizzato in
collaborazione con il Mibact, nel quale racconterà a italiani e stranieri (il sito è anche in inglese) il
patrimonio culturale ed enogastronomico italiano. “Non ho mai nascosto la mia simpatia per
l’archeologia ed è per questo che amo essere qui alla Borsa ogni anno” ha affermato la Blady – . “ I
beni archeologici in Italia sono un patrimonio così vasto che, se sfruttato a dovere, consentirebbe al
nostro Paese di vivere solo ed esclusivamente di turismo. E se ciò non accade è forse anche un po’
colpa di noi italiani che non percepiamo le grandi potenzialità del tesoro che custodiamo da secoli.
Con Italia Slow Tour spero di contribuire nel mio piccolo a far conoscere prima agli italiani, e poi ai
tanti turisti internazionali che amano il Belpaese, alcuni siti spesso sconosciuti al grande pubblico.
Una su tutte l’antica città portuale etrusca di Spina, perla da valorizzare e da condividere con il
mondo”.

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