Agropoli, aumenta il prezzo del caffè ed è subito polemica

Ernesto Rocco
Caffè

Aumenta il prezzo dei caffè nei bar di Agropoli e la decisione fa subito discutere: c’è chi si lamenta e chi accetta in silenzio.

AGROPOLI. Aumenta il prezzo del caffè ed è subito polemica. Da oggi, 1 ottobre, i bar del centro cittadino (salvo rare eccezioni) hanno portato il prezzo di una tazzina da 80 a 90 centesimi, facendo storcere il naso a molti.

Ma come si collocano i prezzi dei bar di Agropoli nell’ambito nazionale? Il centro cilentano, nonostante gli aumenti, si pone al di sotto della media italiana. Nel Belpaese, infatti, un espresso al bar costa 0,94 euro, un cappuccino 1,27 ed un panino circa 3 euro ma i listini sono molto variabili da Nord a Sud. A Torino, ad esempio, si paga il caffé più caro d’Italia, in media 1,04 euro, mentre a Palermo il cappuccino costa più che altrove avvicinandosi alla soglia di 1 euro e 50 centesimi.

La tazzina di caffé a Roma spunta il prezzo migliore, ben al di sotto dell’euro, con 0,84 centesimi in media, dunque 20 centesimi in meno rispetto a Torino, mentre anche a Milano è ‘caro caffé’ con una media di 0,98 centesimi; a seguire Palermo con 0,91 centesimi e Napoli con 0,87 centesimi. Il centro di Agropoli (limitatamente a piazza Vittorio Veneto, Corso Garibaldi ed alcune vie adiacenti) si segnala quindi più caro, in media, di Napoli e Roma. Ovviamente se lo confrontiamo con i grandi centri cittadini, il comune cilentano torna nelle parti basse della classifica considerato che in piazza San Marco a Venezia, si può arrivare a pagare anche 100 euro per quattro caffè e tre amari, mentre tra Napoli e Roma, all’ombra del Colosseo o di Palazzo Reale, bere un caffè al bar non costa mai meno di un euro.

L’aumento del prezzo, quindi, mantiene Agropoli nella media nazionale considerato anche che l’aumento in centro non è stato seguito dai bar di altre zone della città che mantengono il costo di una tazzina di espresso a 0,80, abbassando la media cittadina.

Questo, comunque, non è l’unico aumento e non sarà l’ultimo subito dal caffè nel corso dei decenni: curiosando a ritroso dai vecchi listini si desume che negli anni ’60 l’aromatica tazzina costava 50 lire, costo che triplicava nel 1975 e arrivava a 650 lire dieci anni dopo, nell’85, per raggiungere la cifra di 1000 lire nel 1990. In quel periodo, onde tutelare il consumatore, un’apposita legge «vietava tutte le intese tra imprese, che limitassero la concorrenza all’interno del mercato nazionale». Dopo quella data venne indicato un prezzo «consigliato». In seguito non ci fu neppure questo suggerimento: si lasciava libera facoltà di scelta al gestore di praticare la cifra che più coerentemente era conveniente per il suo tipo di locale. Proseguendo l’analisi dei prezzi, l’espresso al bar prima dell’avvento dell’euro arrivava a costare in media, 1500 lire. Nel gennaio 2001 tutti i valori indicati in lire vennero trasformati nella nuova valuta europea, cosicché il costo della tazzina divenne 0,77 euro (vecchie 1500 lire), anche se vi era già chi praticava altri importi. In tempi più recenti, il frequentatore di bar e caffè, causa gli arrotondamenti, è arrivato a spendere 80 o 85 centesimi per un espresso. Cifra che ora aumenta ulteriormente.

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