Segreti d’autore, Ruggero Cappuccio dialoga con Raffaele La Capria

Vince Esposito

Lunedì 27 luglio quinto appuntamento con Segreti d’autore, il Festival dell’Ambiente, delle Scienze e delle Arti che dal 9 al 13 agosto, sotto la direzione artistica di Ruggero Cappuccio, si tiene nei comuni interni dell’area del Monte della Stella, coinvolgendo artisti di fama nazionale come Nadia Baldi, Gigi Proietti, Franco Battiato, Tosca D’Aquino e Lello Arena.

Nello scenario incantato del borgo di Serramezzana si incontrano e dialogano i due “guaglioni più chic” del panorama letterario nazionale: il regista e drammaturgo Ruggero Cappuccio e lo scrittore Raffaele La Capria. Il loro è un vero e proprio “dià-lèghein” costruito sui temi della storia e della natura, incentrato sulla poetica letteraria e la biografia artistica di La Capria, Premio Strega con “Ferito a morte”, autore di scritti di impegno civile e letterario e sceneggiatore di importanti film con Francesco Rosi.

Il dialogo, dai toni familiari e impegnati al contempo, inizia dall’analisi di quelli che sono i “pesi specifici estremi” della memoria di Raffaele La Capria, a partire da un’inchiesta sulle radici della sua scrittura a dal ricordo del luogo emblema della sua giovinezza, Palazzo donn’Anna.

Questa dimora in stile veneziano, affacciata sul mare di Posillipo, rappresenta per lo scrittore “una tregua dagli affanni, una parentesi azzurra nel grigiore di quegli anni di guerra”, come lo stesso La Capria scrive in “False partenze”. Palazzo donn’Anna, quindi, come luogo simbolo del grembo, la radice dei miti e delle storie di La Capria, con le sue “pietre corrose”, le stesse delle case di Napoli, sventrate dai terremoti e violentate dagli abusivismi edilizi del periodo di Achille Lauro, evocati anche in “Fuoco su Napoli” di Cappuccio.

Numerosi i temi trattati nel corso del confronto: dalla sceneggiatura di “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi ai temi autobiografici della memoria; dalla riflessione sulla scrittura con “Letteratura e salti mortali” alle discussioni sui temi civili e politici del nostro Sud e delle aree del Mediterraneo. Fil rouge dell’intera serata la convinzione che la letteratura rappresenti la “memoria delle passioni” – rispetto alla storia, “memoria degli eventi” – e che lo scopo della vita sia “riuscire a provare simpatia per l’altro”, termine che nel suo significato etimologico sta ad indicare la condivisione di sofferenza e felicità.

Pregevole, infine, la traduzione dal testo alla scena dell’attore regista Claudio Di Palma, che – riproponendo un lavoro curato per il Teatro Mercadante – ha emozionato il pubblico con un monologo teatrale costruito sui saggi e sui romanzi di La Capria.

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