Caos Lido Azzurro: Abate punta il dito contro l’amministrazione comunale

Redazione Infocilento

AGROPOLI. Continua la polemica sulla situazione al Lido Azzurro. La barriera per il ripascimento costiero non ha avuto fin ora gli effetti sperati, ha eroso la spiaggia nella parte centrale della baia e creato acque stagnanti e accumuli di alghe che hanno messo sul piede di guerra cittadini e turisti.

Ora, però, lo scontro si trasferisce anche sul piano politico con il consigliere comunale Agostino Abate che accusa l’amministrazione comunale parlando di “arroganza ed omerta”, con cui “sottomette l’intelligenza umana ed immette la città in uno stato di disagio sociale”. “In data 19 maggio – scrive Abate – ho chiesto al Sindaco, al comandante della polizia locale ed al
Presidente del Consiglio comunale di Agropoli di farmi conoscere le cause degli odori nauseabondi che
stanno colpendo da molti mesi la zona residenziale di Via Risorgimento, il quartiere Lido Azzurro e Via A.
De Gasperi e di intervenire con metodo risolutivo immediato”.

“A tutt’oggi – evidenzia però il consigliere comunale – ancora non ho ricevuto alcuna risposta e ciò nonostante la mia richiesta rivesta carattere prioritario per i noti principi che disciplinano il diritto di accesso dei consiglieri comunali; è ovvio che la richiesta era mirata a sollecitare l’Amm.ne comunale per l’accertamento delle cause , per lo studio della soluzione e per la più rapida soluzione degli interventi ed il tutto finalizzato alla
bonifica di una grave situazione ambientale che sta mortificando tutti i residenti delle richiamate zone
cittadine e che , certamente, non incoraggia il turismo”.

“Da questa ovvie finalità – conclude Abate – nasce il mio dubbio sulle motivazioni reali che tengono in ostaggio questa splendida città che ancora non reagisce adeguatamente a tante provocazioni e prevaricazioni: sono costretto così , ancora una volta , a denunciare questa arroganza politico-amministrativa che regna sovrana ed indisturbata proprio perché le reazioni popolari sono ancora poche e l’informazione è ancora scarsa”.

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