C’è uno spiraglio per la riapertura della Sicignano-Lagonegro

Alessandra Bamonte

Dopo tanto lavoro finalmente una buona notizia per i membri del Comitato per la riattivazione della tratta ferrata Sicignano-Lagonegro. Con i suoi flemmatici tempi la politica ha finalmente portato a compimento dei primi documenti ufficiali che sembrano dare ragione alle teorie che il Comitato sostiene da tempo.
Nell’accordo quadro tra la Regione Basilicata e il Governo figura infatti la tratta comprendente il territorio valdianese, per tutti e 78 i suoi km. I punti specificati nel documento tra l’altro risultano essere fondamentali: in primo luogo è stato totalmente sconfessato lo studio gonfiato prodotto da un privato su commissione della Regione Campania nel 2007. Infatti,dai documenti lucani si evince la ‘stranezza’ delle cifre, pur considerando un ragionevole aumento delle spese per i lavori di riapertura.
La Basilicata ha espresso la necessità di un collegamento con l’Alta Velocità – tasto su cui il Comitato ha sempre battuto – tra l’altro abbinando la Sicignano – Lagonegro alla Potenza – Salerno. Ciò che meraviglia sta nel fatto che la tratta valdianese consente una velocità commerciale di 130 km/h tra Polla e Montesano S/M, e di 80 km/h nelle tratte Polla-Sicignano e Montesano S/M-Lagonegro: addirittura di più rispetto alla Potenza-Salerno, su cui si viaggia ad una media di 60 km/h.
Il Comitato, dunque, chiede espressamente alla Regione che si inserisca il ripristino della ferrovia nel quadro delle priorità 1. Le Delibere del 30 luglio 2014 e del 5 maggio 2015 comunque esprimono la volontà e la considerazione delle proposte dei cittadini da parte della Basilicata: adesso bisogna attendere la firma, e spingere affinché avvenga presto, nell’augurio che anche il nuovo presidente della Regione Campania inserisca tra le proprie infrastrutture da riscattare la Sicignano – Lagonegro e collabori con la Giunta lucana per un impegno fattivo e concreto.
E’ importante comunque che le istanze portate dal Comitato siano state recepite pienamente: “La linea è lunga 78 km e risulta sospesa dall’esercizio ferroviario – si legge nel documento allegato alla delibera e relativa alle infrastrutture su ferro – (…) la recente rivalutazione economica, in base alla quale per il miglior scenario di riattivazione della linea con l’eliminazione dei PL e la realizzazione di opere di mitigazione è previsto un costo di circa 350 milioni di euro, a fronte de 51 milioni previsti da uno studio FS del 1999”.
La differenza abissale di cifre è un dato di fatto che il Comitato ha posto più volte all’attenzione degli organi preposti, senza mai ricevere un’esaustiva risposta. In ogni caso – pur restando vigile e senza farsi prendere dai facili entusiasmi – il direttivo esprime soddisfazione per questa piccola doppia vittoria, nella speranza che arrivi presto il passo successivo alla burocrazia, cioè quello della progettazione definitiva e dello sblocco dei fondi. Il Comitato si è già attivato per cercare di conoscere le tempistiche della firma e fare in modo che questa situazione non resti in sospeso ma prenda definitivamente la piega giusta. Nello scempio dei manifesti elettorali appesi dalla politica anche sulle porte delle abitazioni, la speranza è in qualcosa di più ‘pulito’ e ‘sano’ per la comunità.

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