Azienda vitivinicola Polito, una Storia agropolese

Redazione Infocilento

AGROPOLI. Proprio all’imbocco della zona “Mattine” di Agropoli si trova la Cantina Vitivinicola Polito contraddistinta da una botte con infisso il logo dell’azienda. Questa “insegna”, nascosta dalla strada, rappresenta l’ubicazione dell’azienda, che dal 2000 ha restaurato le vigne che possedeva e ha impiantato delle nuove, per produrre vino imbottigliato ed etichettato. Questa azienda, sotto umili insegne nasconde una cantina allestita a produrre circa 50.000 bottiglie all’anno, sostenendo anche la produzione e la cura di vini provenienti da altre aziende vinicole limitrofe. Sinceramente rimango stupito e affascinato dai livelli ” tecnologici” che l’azienda sostiene per la produzione dei suoi vini; una stanza contenente numerosi silos di acciaio con fasce termiche per il controllo centralizzato delle temperature; questi saranno utilizzati per i vini bianchi e per l’affinamento di alcuni vini rossi. Barrique di secondo e terzo passaggio per l’affinamento di vini di fascia media come l’Emblema, ma anche per alcune ” punte di diamante come “Il Corsaro Rosso Riserva ’07”. Da sottolineare il fatto che questa azienda, come molte nel Cilento preferisce utilizzare barrique di rovere francese che non siano nuove, proprio perché i vini del Cilento, soprattutto i rossi non hanno bisogno di ricevere da una barrique nuova quel tasso di “tannino vaniglioso” tipico di alcuni vini che hanno poca struttura e che effettuano questo passaggio. Sono orgogliosissimo di affermare che I NOSTRI VINI hanno una struttura magnifica, esemplare, solida, e il passaggio nei legni serve solo a calmare quell’aggressività ( tipica soprattutto nell’ Aglianico) dei tannini che potrebbero risultare invadenti nel palato. Addirittura, il Don Vito Castelpatri ’09 DOP, è un vino prodotto con Aglianico in purezza, raccolto con un leggero ritardo per provocare l’essiccamento degli acini sulle piante, ottenendo una concentrazione maggiore di materiale fenolico. Dal tasso alcolometrico di 15% viene lasciato riposare per due anni in una botte di rovere francese abbastanza grande, dove le doghe spesse non permettono una macro-ossigenazione che potrebbe stressare il riposo del vino. Sono da queste botti che ad Avellino sono usciti i Taurasi storici, vini che hanno bisogno di cinque anni di invecchiamento per arrivare ad una buona maturazione, e solo “dopo un dolce cammino l’animo aggressivo di un vino trova ristoro nella camera di ossigenazione di un bicchiere abbastanza ampio, evaporando lentamente al fine di essere apprezzato, per regalarci l’emozione di un ricordo, di un profumo, di un frutto, di una spezia, di un campo fiorito, di un paesaggio intero”. Abbandonando questo spazio idilliaco, dopo la visita in cantina, l’azienda ci propone una degustazione guidata della linea dei loro prodotti, in abbinamento a delle proposte gastronomiche tipiche del territorio Cilentano. Ad accompagnarci in questa degustazione, e a guidarci vino dopo vino si ritrova la figura di Carlo Polito, enologo dell’azienda nonché figlio del Signor Enzo Polito che ha reso possibile la realizzazione di questi prodotti. Si inizia con il Saracè, Fiano DOP Cilento 2014 con un titolo alcolometrico di 13%. il colore giallo paglierino con dei vivacissimi riflessi dorati si presenta molto limpido e abbastanza consistente. E’ un Fiano in purezza che esprime egregiamente la freschezza di un vino appena uscito che danza perfettamente con i sentori austeri di fieno appena tagliato e accenni di nocciola. Il secondo vino che ci viene proposto è l’ Emblema rosso 2013, un Aglianico (85%) tagliato con Barbera (15%); affinamento di 6 mesi in barrique e successivamente in bottiglia per un breve periodo. Questo è un vino esemplare, che rappresenta in pieno le caratteristiche dei nostri Aglianici, con un tannino molto aggressivo e un titolo alcolometrico di 14%. Come “un cavallo di razza pura che galoppa libero nei campi rifiutando qualsiasi sella”, il tannino si ribella nel nostro palato, controbilanciando però le componenti alcoliche del vino, che donano una certa morbidezza. A questo punto ci viene servito il Corsaro riserva ’07, con affinamento in barrique di secondo passaggio per ben 3 anni, sviluppando un titolo alcolometrico di 14.50%. Qui ritroviamo lo stesso Aglianico di prima, ma riprendendo la forma allegorica precedente, “il cavallo di razza pura viene domato ed educato per esprimere magnificamente l’eleganza e la finezza peculiare della sua razza “. Il tannino, che prima era irruento ed aggressivo lo ritroviamo persistente ma allo stesso tempo elegante e complesso, in maniera tale da donare equilibrio ed armonia a tutto il palato. Di una struttura solida che non lascia sentire minimamente il tasso alcolico che dovrebbe inaridire le nostre papille gustative, è un vino che merita veramente di essere discusso e degustato. Impone all’olfatto una complessità abbastanza rara, domando nel tempo la stratificazione di diverse famiglie di sentori: il frutto si esprime partendo da note eteree a note di confettura e candidi; la violetta che accompagna come un tappetto elegante diverse sfumature di speziati che variano tra i tabacchi e il cuoio. Insomma un vino che ci ha fatto parlare per una buona mezz’ora, che pazientemente si lasciava scoprire ad ogni “olfazione”. Insomma vini di grande qualità in un distretto davvero piccolo come quello Cilentano…

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