Estintori con false omologazioni, azienda nei guai

Paola Desiderio

CAPACCIO. La Capitaneria di Porto di Salerno ha scoperto un’azienda di Capaccio che vendeva, riparava e curava la manutenzione di estintori marini, attestandone falsamente l’omologazione.

I suoi principali clienti erano ignari esercenti del settore nautico e diportistico. Il personale della sezione di polizia giudiziaria e della sezione della sicurezza della navigazione della guardia costiera di Salerno, coordinato dal capitano di vascello Gaetano Angora, con la collaborazione del personale dell’Ufficio circondariale marittimo di Agropoli, ha proceduto al sequestro di tutti gli estintori presenti in azienda e avviato verifiche sulla documentazione contabile per risalire a dispositivi già venduti e procedere al sequestro anche di quelli. Il titolare dell’azienda è stato denunciato per contraffazione di pubblici sigilli inerenti certificazioni e loro immissioni in commercio. L’indagine, partita da Capaccio, si è quindi estesa al resto della provincia e potrebbe andare anche oltre. I comandi locale degli uffici marittimi stanno ispezionando navi da trasporto e da pesca, stabilimenti balneari e imbarcazioni da diporto che a bordo hanno questo tipo di estintori e andranno avanti fino a quando non saranno sequestrati tutti gli estintori posti in commercio in maniera illegale.
La detenzione degli estintori, com’è noto, è obbligatoria per ottenere certificazioni antincendio e di sicurezza rilasciate dalla capitaneria di porto nel settore nautico e, più in generale, dagli enti preposti alla vigilanza sui luoghi di lavoro. Per cui le operazioni che riguardano la loro produzione e revisione sono soggette a normative molto rigide. Le ditte di questo settore devono essere accreditate da specifici enti certificatori che autorizzano le ditte ad apporre i marchi che attestano la certificazione solo dopo avere verificato i requisiti di funzionalità e sicurezza. Dall’ispezione effettuata sull’azienda di Capaccio è emerso che, sebbene apponesse sugli estintori simboli che ne attestavano l’accreditamento da parte di un importante ente nazionale, non era accreditata per esercitare tale attività, apponeva falsi codici sulle etichette degli estintori e non venivano rispettate le normative di settore.

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