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Stazioni cilentane, impresidiate, buie e senza servizi

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Dovrebbero essere la porta di comuni turistici invece si presentano impresidiate, buie e spesso prive di servizi e assistenza. Questo il panorama delle stazioni ferroviarie cilentane della tratta tirrenica. Oggi, delle 22 fermate originarie, ne sono rimaste 12, poco più della metà. Soppressi gli scali di Albanella, Ogliastro, Torchiara, Rutino, Casal Velino, Velia, Caprioli, San Mauro La Bruca, Capitello e Vibonati. Celle di Bulgheria e Torre Orsaia, invece, restano funzionanti, ma è come se non lo fossero. Partendo da nord la panoramica delle stazioni è abbastanza desolante. Il primo esempio è a Capaccio: da più di un anno il sindaco Italo Voza ha richiesto a FS interventi per eliminare lo stato di degrado. Nel sottopassaggio ci sono infiltrazioni d'acqua, i marciapiedi sono in pessimo stato e non è garantita la sicurezza. 

Al momento, però, nessun intervento è stato messo in atto.

Va meglio allo scalo di Paestum, a pochi metri dagli scavi archeologici, che negli anni scorsi è stato soggetto ad importanti lavori di riqualificazione. Completamente ristrutturati edifici, pensilinee, marciapiedi, sottopassaggi e installato un sistema di annunci vocali in italiano e in inglese.

Anche la stazione di Agropoli ha subito importanti opere di riammodernamento e rappresenta, con Paestum, Vallo della Lucania e Sapri, uno dei pochi fiori all'occhiello della tratta. Da poco sono stati completati i lavori alla pensilinea del secondo e terzo binario, gli edifici sono stati ristrutturati all'interno e all'esterno. La stazione ha ancora una biglietteria, seppur attiva solo per poche ore, un bar e un'edicola.

Servizi, questi ultimi, che mancano un po più a sud, ad Omignano-Salento. Un sottopassaggio degno di un grand hotel e il restyling dei marciapiedi cozzano con un'illuminazione adeguata e con la totale assenza di aree ristoro e persino di w.c., spesso e volentieri lasciati chiusi.

Situazione migliore a Vallo della Lucania-Castelnuovo dove lo scalo ferroviario si presenta con tutti i servizi necessari.

E' da questo punto, andando verso sud, che cominciano i problemi. Ascea e Pisciotta non hanno subito negli anni adeguate opere di ristrutturazione, le stazioni non hanno una sufficiente illuminazione e troppo spesso i passeggeri scendono dal treno e si riversano sui binari anziché utilizzare il piccolo e mal segnalato sottopassaggio.

Situazione non migliore a Centola: qui la luce è un optional, i marciapiedi sono privi di pavimentazione ma ricoperti d'asfalto e mancano i servizi essenziali.

Peggiore è il caso di Celle di Bulgheria-Roccagloriosa: qui il problema dell'illuminazione è solo secondario poiché la stazione è in uno stato di totale degrado (nonostante la ristrutturazione esterna dell'edificio fatta di recente) e mancano tutti i servizi. Allo scalo, molto lontano dal centro abitato e isolato, si accede attraverso un edificio con uno stanzone completamente spoglio e privo di indicazioni. Simile, quanto a servizi offerti, la situazione a Torre Orsaia dove ormai, come a Celle, i treni in sosta si contano sulle dita di una mano.

Anche lo scalo di Policastro Bussentino appare in uno stato pietoso: per accedere al secondo binario si attraversa una passerella in legno, per arrivare sul terzo, invece, bisogna uscire dalla stazione e utilizzare un angusto passaggio che raggiunge la parte opposta. Anche qui di servizi neanche l'ombra.

Soltanto durante l'estate sono cominciati i lavori di realizzazione di un sottopassaggio che lasciano sperare in un miglioramente dello scalo. Ultima stazione cilentana e campana è quella di Sapri. Lo Scalo, rientrante nella categoria Silver di RFI, come tale ha tutti i servizi necessari, confermandosi come il più importante del territorio, seria candidata a divenire stazione per l'alta velocità, come nei piani del sindaco Del Medico.

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