Cronaca

Sala Consilina, blitz della finanza: sequestri per 600mila euro

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Nell’ambito di un’attività di polizia economico-finanziaria pianificata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, i militari della Tenenza di Sala Consilina, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo per “equivalente” emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lagonegro (PZ), hanno sottoposto a sequestro quote sociali di sei società per un valore complessivo di 600 mila euro di proprietà di un imprenditore di Lauria (PZ), accusato di dichiarazione fraudolenta, indebita compensazione di crediti I.V.A. in sede di dichiarazione annuale ed occultamento delle scritture contabili obbligatorie. Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Michele Sessa, hanno consentito di accertare che l’imprenditore, legale rappresentante di una società operante nel settore dei servizi, sulla base di una falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie e avvalendosi di mezzi fraudolenti idonei ad ostacolarne l’accertamento (occultamento della contabilità), ha indicato nelle dichiarazioni annuali elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo, nonché elementi passivi fittizi. Tale condotta illecita ha permesso alla società non solo un notevole risparmio fiscale (mancato pagamento delle imposte e tasse dovute) ma anche la creazione di un artificioso e consistente credito IVA utilizzato “in compensazione” per il pagamento di contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti. Analogo provvedimento cautelare è stato disposto anche nei confronti dei beni della società, avendo l’Autorità magistratuale rilevato in punto di diritto, sulla base delle più recenti pronunce della Suprema Corte di Cassazione, che la “persona giuridica” non può in tale contesto essere considerata “terza estranea al reato”, avendo direttamente partecipato all’utilizzazione degli incrementi economici derivati dall’ingente frode perpetrata dall’indagato a proprio vantaggio, disponendo pertanto il sequestro preventivo per “equivalente” di beni anche nei confronti della “società-schermo”.

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