Si è tenuto ieri presso il municipio di Agropoli l'incontro "Le aree naturali protette tra sviluppo sostenibile e partecipazione civica", promosso dal Gal Cilento Rigeneratio, da Fareambiente e dalle fondazioni Sviluppo e Legalità e Gian Battista Vico. Presente all'incontro anche il senatore Giuseppe Marinello, presidente della commissione territorio ambiente e beni ambientali che ha evidenziato che il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano "è uno dei parchi più importanti d'Italia e questa può essere una leva per lo sviluppo ma è necessaria una sana e corretta gestione del territorio per prevenire tutti i guasti derivanti dalle cattive pratiche ed è necessaria una programmazione attenta delle risorse per esaltare questo territorio".
Dello stesso avviso il presidente nazionale di Fareambiente Vincenzo Pepe, secondo il quale la "programmazione" è la parola d'ordine per "frenare l'abbandono dei piccoli centri e creare posti di lavoro". "Il Cilento deve risvegliare i briganti - ha detto Pepe - perché quando le strade sono chiuse e la politica si mostra assente noi ci dobbiamo far sentire".
Il lavoro per i giovani rappresenta una priorità anche per il generale dei carabinieri Fausto Milillo, presidente della fondazione Sviluppo e Legalità. Solo creando occupazione - ha evidenziato - è possibile rilanciare una terra che ha nel parco un immenso "serbatoio di risorse".
Più critico il vicepresidente del Gal Cilento Rigeneratio Mauro Inverso. "Lo sviluppo sostenibile è possibile - ha detto - in questo senso con il Gal stiamo lavorando per recuperare ciò che negli anni abbiamo perso. E' una scommessa che stiamo vincendo ma gli enti sovrapposti non ci aiutano."
Poi un affondo all'ente Parco, definita "un'enorme risorsa", ma che "non ha dato inizio a quello che doveva essere il suo spirito. Fin ora nulla è stato fatto per far decollare il territorio", ha tuonato Inverso.
Di qui l'appello al ministro per l'ambiente affinché si affrettino i tempi per la nomina di un presidente e termini la fase commissariale che rappresenta un ulteriore freno per lo sviluppo dell'area.
