Cultura

Parco Archeologico di Elea-Velia: è di scena il simposio di Platone

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La ricerca della bellezza e il cammino verso la sapienza: tematiche care a «L’eros», la rappresentazione tratta dal «Simposio» di Platone, in scena giovedì 21 agosto (ore 21) sull’acropoli del Parco Archeologico di Elea-Velia. È il terzo del ciclo di quattro spettacoli tratti dai Dialoghi platonici proposti nell’ambito di «La via dell’Essere: Elea-Velia», il progetto a cura del professore Franco Ferrari inserito nel vasto programma del Forum Universale delle Culture promosso dall’Unesco nei siti Patrimonio dell’Umanità di Napoli e Campania.

 «L’eros» fa parte di «Platone a teatro», la serie teatrale ideata da Giuseppe Cambiano, professore di Storia della filosofia antica alla Normale di Pisa, autore delle traduzioni dal greco. L’opera è diretta e interpretata da Bob Marchese. Nel cast anche Fiorenza Brogi, Antonio Silvia, Mattia Mariani, Silvia Nati, Antonio Sposito. La presentazione è affidata a Lidia Palumbo, docente di Storia della filosofia antica all’Università Federico II di Napoli. 

Prendendo le mosse dal «Simposio» di Platone, la scena descrive un banchetto in cui i presenti tessono le lodi dell’amore sotto vari punti di vista. In questo contesto, il filosofo Socrate indica nella figura di Eros, demone indigente figlio di Penìa (Povertà) e quindi pieno di desiderio di raggiungere ciò che non possiede, la bellezza. Ma in Eros, in quanto anche figlio di Poros (Ricchezza) e dotato delle risorse per muoversi alla ricerca di essa, mostra anche i tratti decisivi della figura del filosofo, come amante del sapere. Anche il filosofo, infatti, essendo privo del sapere (che soltanto la divinità possiede nella sua pienezza), è mosso dall’amore del sapere e quindi dal desiderio di raggiungerlo, dedicando la sua vita a questa ricerca.

«Nel “Simposio” di Platone – spiega la professoressa Lidia Palumbo – si tratta d’amore e a prendere la parola sono sempre degli amanti, perché solo un amante, abitato dall’amore, può parlarne dicendo il vero. Tra i discorsi, emergono quelli di Socrate e di Alcibiade che, in modo diverso, capovolgono la concezione dell’amore che avevano gli antichi Greci fino a quel momento. Questi collegavano l’amore all’amato, e lo vedevano bello, invece l’amore è l’amante, che non è bello, ma tende al bello: non esteriore, non fugace, non corporeo, eros filosofico di cui è simbolo Socrate, con la sua sapienza e la sua bellezza nascoste nell’anima».

Il ciclo di rappresentazioni dal titolo «Platone a teatro» mette in scena una serie di percorsi filosofico-drammatici ricavati dai Dialoghi di Platone e si innesta nel progetto inserito nel Forum Universale delle Culture, «La via dell’Essere: Elea-Velia», a cura di Franco Ferrari, professore di Storia della filosofia all’Università di Salerno, con il supporto tecnico-scientifico di Paola de Roberto e Anna Motta. Un programma di eventi che dalla scorsa primavera si succedono nel sito Unesco di Elea-Velia, ai fini della valorizzazione dell’antica città che fu la patria del filosofo Parmenide e della Scuola Eleatica e dunque ritenuta culla del pensiero occidentale.

Ultimo dei quattro appuntamenti di «Platone a teatro» è venerdì 22 agosto (ore 21), con «Le vie della ricerca e della critica. Parmenide e i filosofi di Elea» (brani tratti dal «Parmenide» e da «Il Sofista») con presentazione del professore Franco Ferrari. Il ciclo «Platone a teatro» è organizzato dalla Associazione Culturale Compagnia Cilento Arte.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

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