Cultura

Paestum, il fenomeno dei tombaroli e la storia "rubata" [FOTO]

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Gran parte del patrimonio "funerario" di Paestum è andato perduto per sempre, a causa dei numerosi scavi effettuati da tombaroli spregiudicati, più attratti dal valore economico che da quello storico dei reperti archeologici. Eppure attraverso quei documenti sarebbe stato possibile conoscere molto di più sulle abitudini di morte, ma anche di vita, delle popolazioni che hanno abitato nella città antica a partire dal VI secolo a.C.

L’ultimo scavo clandestino risale a una settimana fa, scoperto dal proprietario di un terreno agricolo che si trova in via Laghetto, perchè molte tombe si trovano in terreni privati. 

I tombaroli rubano per vendere i pezzi a collezionisti disposti a pagare a caro prezzo vasi e monili, sepolti assieme ai defunti com’era abitudine all’epoca. Ma in questo modo portano via reperti che, al di là del valore economico, sono indispensabili per la ricostruzione della storia della civiltà a  cui appartengono.

Nonostante le necessità di contrastare lo scavo illegale, infatti, dalla fine degli anni Novanta la progressiva riduzione di risorse economiche da destinare allo scavo delle tombe ha provocato una battuta di arresto delle indagini pianificate, in passato condotte annualmente grazie all’erogazione costante di fondi ministeriali dedicati. Ciò ha determinato come conseguenza un incremento dello scavo clandestino. A partire dal 2007, a Paestum si sta verificando almeno uno scavo illegale l’anno e cioè da quando l’attività di scavo nelle necropoli è stata limitata ad interventi d’urgenza a seguito di tentativi di saccheggio. 

Dagli anni Cinquanta ad oggi sono state recuperate circa tremila tombe risalenti ad un periodo che va dal primo quarto del VI° secolo avanti Cristo all’età imperiale. Nessuna delle necropoli, che si estendono per circa un chilometro a nord e a sud della città antica, è mai stata scavata interamente. I tombaroli, che agiscono sempre di notte, dopo avere individuato il loro obiettivo, sono attratti soprattutto dalle tombe a cassa. Delle tombe decorate fino ad oggi note (circa un centinaio) almeno il 40 per cento all’atto dello scavo sono risultate in tutto o in parte depredate del corredo funebre. La maggior parte degli scavi illegali ha interessato la zona a nord dell’area archeologica, dov’è situata anche la tomba depredata la settimana scorsa.

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