Cultura

MessApp Coast Festival. I protagonisti: ALESSANDRO MANNARINO

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Continuiamo il nostro focus sui protagonisti del MessApp Coast Festival 2014 che si terrà ad Agropoli (stadio Guariglia) nei giorni 1-2-3 di Agosto. E parliamo del protagonista assoluto della seconda serata, quella del 2 Agosto, se non dell'intera kermesse musicale: Alessandro Mannarino.

Cantautore romano, classe '79 e laureato in antropologia, Mannarino è ritenuto uno dei più talentuosi artisti del panorama musicale italiano contemporaneo. I grandi nomi a cui è accostato - Tom Waits, De Andrè, Capossela, Gabriella Ferri - non sono paragoni scomodi ed ingombranti, ma solo il tentativo parziale di inquadrare questo cantastorie in una figura preformata. Mannarino è soprattutto un cantastorie, verace, non costruito, sanguigno. Inizia la sua attività musicale nel 2001, suonando in bettole e piccoli locali situati tra il rione Monti e la stazione Termini di Roma; è lì che acquisisce il suo background musicale, fatto di ballate, arricchito dalla bellezza della musica capoverdiana, impreziosito dai ritmi della 'world music'. E' in questi locali che inizia a suonare e - tanto per citare ancora Faber - 'se la gente sa, e la gente sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare', così anche "Manna" inizia a fare sul serio.
Sono gli anni più duri, lavorativamente parlando. Lavora come muratore, fa l'addetto nei McDonald's, suona. Mannarino vive per alcuni anni nei pressi del campo Rom Casilino 900. Ma sono questi i momenti in cui decide che "o sfondo, oppure vado a vivere sotto i ponti". E' in questi momenti che si forma il Mannarino cantastorie, il Mannarino che descrive il 'Tevere Grand Hotel' in una kampina rom; è qui che scrive di barboni, di ubriachi, degil emarginati. Ed è in questo contesto che realizza il suo primo album, "Bar della rabbia": un disco scritto di getto, con lo stomaco, e per questo con un marcato accento romanesco perchè "il dialetto è la lingua dei sentimenti, l'unica capace di dare il giusto significato delle tue emozioni". In questo album, che spazia dalle atmosfere un po' blues  (alla Tom Waits), agli stornelli romaneschi dalla poetica un po' trilussiana, ed ancora dalla taranta fino ad alcune influenze balcaniche, Mannarino racconta di ubriachi, di zingari, di pagliacci tristi, di amori perduti. "Me so 'mbriacato" è sicuramente il ritornello più cantato. L'album ottiene grande successo, anche dalla critica, e arriva finalista al Premio Tenco e al Premio Gaber. Arriva quindi il primo successo.
Mannarino è ospite fisso al programma della Dandini, 'Parla con Me'. Si esibisce anche in contesti non solo musicali: con Ascanio Celestini, con Don Pasta.

Il 2011 è l'anno del suo secondo disco: "Supersantos". E' l'album della consacrazione: due serenate, una rumba magica, una ballata su un "onorevole" che di onorevole ha ben poco, i ritratti femminili di Mary Lou (che per certi versi sembra la Marinella di De Andrè) e di Maddalena. E' un viaggio dall'alba al tramonto, fino alla fine del mondo e dell'umanità, con ritmi provenzali. Nello stesso anno, l'artista romano firma la sigla di apertura di Ballarò e compone il brano Vivere la Vita, per la mostra La rivoluzione terrestre di Berruti.
Nel 2012 partecipa al concertone del primo maggio e viene premiato dalla SIAE come "miglior giovane compositore italiano". Realizza una tournèè mondiale, con tappe anche a New York, Miami, Montreal.
Da pochi mesi è invece uscito "Al monte", album di spicco del suo tour estivo (quello che riguarda il MessApp).
"Al monte" è il figlio di una maturazione artistica eccezionale. Messa da parte la rabbia dei primi lavori, l'ultimo album è frutto  di un'analisi più studiata ed attenta, grazie anche alla collaborazione con  Tony Canto. "Ho passato anni a urlare concetti, ma ora le parole pacate mi paiono più forti. Come dice Pino Daniele, Masaniello se strilla è matto, la potenza della parola non arriva più. Si possono dire cose più scomode, ma non attaccabili".  Ispirato alle icone bizantine, ai tarocchi, "Al monte" descrive vari protagonisti: il carcerato ("Il detenuto è come un figlio da educare, finchè abbassi per sempre gli occhi della sfida"), la signorina, Deja il nuovo dio, il giudice, e l'ordine costituito ("alla scuola elementare c'era un muro e una ringhiera ci misero sugli occhi una benda di bandiera così da non vedere trascinando la catena da che parte ci arrivavano i bastoni sulla schiena"), il militare ("ma io trovai un binario sulla linea regionale che rigava sempre dritto fino al campo militare mi tagliarono i capelli e quando caddero per terra la mia testa era più vuota quindi pronta per la guerra"), l'impero ("il cardinale ha scritto la legge, il lpupo e il pastore e gli uomini il gregge, il gregge è rinchiuso sul monte dei pegni e certe botte non lasciano i segni, però a voltenella notte bruciano"). Il monte è un un qualcosa di figurato, che serve all'uomo per mettersi in moto. E' la meta del viaggio. Durante il cammino l'uomo affronta vari ostacoli, per poi giungere al monte con le idee più chiare. "Quando ho cominciato a scrivere ho pensato alla crisi e ho pensato che ci voleva un disco responsabile. Ho messo da parte la pancia e mi sono infilato in un percorso di formazione, come Petrarca sul Monte Ventoso, come Dante o Goethe”. Un viaggio quindi alla ricerca dell'essenza dell'esistenza, per capire le cose importanti. "Nonno posso farti una domanda sulla nostra vita di pesci del mare? perchè ogni tanto qualche compagno scompare? - Perchè è stato preso dalla rete del pescatore - Ma ci sarà un modo per non farsi acchiappare? - Bisogna saper distinguere la luce delle stelle da quella delle lampare"

«Leggo molto, più saggi che romanzi, mi piace capire il mondo. Mentre la crisi cresceva mi muoveva un terremoto, ho sentito che avevo responsabilità». Quanto deve a Capossela e ai cantautori tradizionali? «Capossela mi ha dato la speranza, quando l’ho visto gratis a Roma in una notte bianca. Il giorno dopo mi sono licenziato. Ma ho debiti anche verso Jacques Brel, Violeta Parra, e verso i brasiliani che mi han fatto scuola: sentire Milton Nascimiento e Chico Buarque cantare cose tremende con pacatezza, mi ha aperto un mondo».

Questo e tanto altro quindi, sul palco del MessApp, il 2 agosto.

"Puoi cambiare camicia se ne hai voglia
E se hai fiducia puoi cambiare scarpe…
Se hai scarpe nuove puoi cambiare strada
E cambiando strada puoi cambiare idee
E con le idee puoi cambiare il mondo…
Ma il mondo non cambia spesso
Allora la tua vera Rivoluzione sarà cambiare te stesso
Eccoti sulla tua barchetta di giornale che sfidi le onde della radiotelevisione
Eccoti lungo la statale…che dai un bel pugno a uno sfruttatore
Eccoti nel tuo monolocale… che scrivi una canzone
Eccoti in guerra nel deserto che stai per disertare
E ora…eccoti sul letto che non ti vuoi più alzare…
E ti lamenti dei Governi e della crisi generale…

Posso dirti una cosa da bambino???
Esci di casa! Sorrdi!! Respira forte!!!
Sei vivo!!!…cretino…"
(vivere la vita)

 
 
 




 

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