Cilento a tavola

Materie prime ed enogastronomia per creare “l’enoturismo” nel Cilento

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Cilento. Cosa serve al nostro territorio per incrementare la cultura enogastronomica? Tempo fa mi sono espresso su una tematica molto simile, ossia quella dell’enoturismo come movimento culturale per incrementare la conoscenza dei nostri prodotti e promuovere una nuova forma di “approvvigionamento turistico”.

 Il nostro territorio è colmo di prodotti di ottima qualità e ciò viene dimostrato quotidianamente dal semplice fatto che abbiamo diverse DOP, molte IGP e ben sette presidi della Slow Food. Rammaricato ancora noto come sulla carta dei ristoratori compaiono voci quali Chianina toscana, Cotoletta Milanese, Porchetta romana; di certo a Montepulciano in Toscana sulla carta di un ristorante non troviamo l’antipasto caprese con la mozzarella di bufala campana DOP!!! Lo ammetto: è sicuramente più semplice promuovere la vendita di un qualsiasi Nebbiolo o Barolo del Piemonte piuttosto che un Aglianico o un fiano del Cilento; è intuitivo che si conosce molto di più il vino pregiato del Piemonte piuttosto che il nostro aglianico appena esordito sul “piazzale enologico”. Eppure tra 150 anni, quando l’aglianico del Cilento potrebbe passare ad una denominazione superiore quale la DOCG saranno ricordati gli onorevoli sforzi di qualche ristoratore che promuove il vino del proprio territorio, abbinandolo ad esempio ad un buonissimo piatto come i fagioli di Controne e le cozze del Mediterraneo. Lo sforzo di rimanere in termine Cilentani quando discutiamo dell’enogastronomia ci potrebbe premiare negli anni con la speranza che i turisti possano visitare le nostre terre alla ricerca delle “nostre” pietanze e vini “ autoctoni”.

Giusto per qualche curioso e ammirevole lettore che segue questa rubrica, vorrei citare diversi prodotti utilizzabili per una cucina di territorio; oltre al nostro caro fagiolo di Controne abbiamo i ceci di Cicerale (ideali per una insalata con cipolle di Vatolla), olive ammaccate Salella ( per qualche pesce bianco all’acqua pazza) il fico Bianco DOP ( sia da abbinare a qualche salume di Gioi o in una bella torta con ricotta di bufala). Che dire poi del fusillo di Felitto con una vellutata di Carciofo bianco di Paestum….. Interrompo la mia dissertazione con la speranza di aver suscitato la fantasia di qualche bravo ristorante per rinnovare la carta forse troppo INTERNAZIONALE.

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