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Marina di Camerota: la duna presto libera da piante aliene

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Camerota. Esponenti dell'associazione Fare Verde Cilento si sono recati lo scorso 25 giugno sulla duna della Cala del Cefalo, invitati dalla dottoressa De Riso biologa del Parco nazionale, per verificare insieme al dottore agronomo De Luca i lavori di eliminazione delle piante aliene (non autoctone) presenti sulla duna protetta. Si tratta di alberi infestanti di mimosa, Aicanto, Acacia diffusisi da tempo nell’area, che rappresentano quindi un grave pericolo per la biodiversità autoctona. 

"Occorreva intervenire con urgenza - spiegano dall'associazione - perché i semi di mimosa stavano germogliando dovunque. Già ai primi di aprile del 2011 l’associazione Fare Verde segnalò la presenza di alberi di mimosa sulla duna: segnalazione a cui seguirono esposti, anche alla Procura di Vallo. La diffusione partì (probabilmente) dal “giardino” sotto la rupe (area Sic) della discoteca Ciclope, dove esistono da anni anche alberi di eucalipto, palma, bucanville, oleandro, pitosforo, piante non tipiche della zona, introdotte nella duna arcaica davanti la grotta divenuta discoteca. Da una nota pervenutaci dal dottor De Luca si apprende che la cercinatura è una pratica cesoria che consiste nell'asportare un anello di corteccia da una pianta dicotiledone nel periodo dell'anno in cui essa si stacca più facilmente dal legno sottostante. Con l'anello di corteccia vengono asportati anche i fasci vascolari che portano nutrimento alle radici ed il cambio che li ha generati. L'effetto che si ottiene è la morte dalla pianta che, in quanto specie non autoctona e per di più, invasiva, deve essere eliminata dal delicato habitat dove si è affermata. A Cala del Cefalo, nel periodo tra il 20 ed il 23 maggio 2014, questa tecnica è stata applicata su più di 100 piante appartenenti a specie di Mimosa, Robinia, Acacia, Ailanthus ed Eucalyptus dislocate in quattro aree a ridosso dei due lati della strada statale 562, per una lunghezza di circa 1,5 km, a partire dall'entrata del Camping Nessuno in direzione Marina di Camerota”.

L’associazione ha chiesto al Parco di intervenire anche nell’area del Ciclope, se si vuole veramente tutelare la biodiversità tipica della fascia dunale e della Cala del Cefalo.

"Abbiamo fatto presente alla dottoressa De Riso - conclude la nota di Fare Verde - anche la perdita di biodiversità rappresentata dalla Primula palinuri (simbolo del Parco) che fiorisce solamente sulle falesie, sotto le quali si autorizzano depositi e posteggi auto, e dai gigli di mare sulle dune, distrutti dalle ruspe in molte aree del parco".

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