Cilento a tavola

La gastronomia carnevalesca nel Cilento

notizie

Le feste in qualche maniera modificano sempre gli atteggiamenti delle persone, o comunque riescono a spezzare la quotidianità delle loro vite: il carnevale probabilmente è una delle feste più pittoresche cui possiamo essere testimoni; del resto stesso in Italia, precisamente a Venezia, il Carnevale prende una piega davvero artistica, inebriando le strade di miscele di arcobaleni colorati dove le maschere rappresentano in qualche maniera la condizione pirandelliana dell’uomo…Scusandomi con il lettore per questo volo pindarico focalizzerei l’attenzione proprio sulla nascita del Carnevale che, ancor prima della tradizione cattolica, era legata alle cene dionisiache in Grecia e ai Saturnali romani. Nella tradizione cattolica il giorno principale è proprio il martedì grasso dove il cibo, ed in particolare la carne, viene assunto come valore “sacrificale” per poter poi iniziare i giorni della quaresima. Ovviamente il risultato nei giorni nostri è che il Carnevale ha creato una grande tradizione gastronomica, imbandendo le tavole di gustosi piatti; il Cilento non poteva non avere una sua piccola tradizione e variazioni di ricette carnevalesche italiane. Le inflazionate chiacchiere (o bugie a seconda della diversa regione di provenienza) sono i dolci che rappresentano al meglio questa festività; composta da una ricetta facilissima di acqua, zucchero e farina, l’impasto viene fritto e ricoperto da zucchero a velo; poi abbiamo le castagnole e le classiche zeppole di San Giuseppe (differentemente dalle altre regioni che sono un classico dolce in onore a questo santo, nel Cilento vengono atte nel periodo di Carnevale). Ovviamente queste sono ricette che in qualche maniera possiamo ritrovare su tutte le tavole d’Italia, anche se nel nostro territorio si trovano con rigorose variazioni nella ricetta che le rendono particolari ed uniche. In termini più stretti abbiamo due ricette che possiamo davvero ritenerle più vicine al nostro territorio: le mele fritte, che possono sostituire tranquillamente le classiche merende per i più giovani e le “purpette r’ patate (polpette di patate). Ho preferito lasciare il nome di questo piatto nel nostro dialetto proprio per creare maggiormente l’alone di tipicità che lega questa pietanza gastronomica al nostro territorio. Un’analisi superficiale potrebbe portare alla conclusione che possano sembrare delle crocchette, ma la differenza sostanziale sta nella scelta delle materie prime e nelle origini; le polpette sono un piatto che rappresentano pienamente il concetto di cucina povera, la stessa che proviene direttamente dalla gastronomia del Medioevo dove le pietanze dovevano saziare decisamente la classe povera (anche se all’epoca questo termine non esisteva) che non poteva banchettare similmente al proprio re. La tradizione ci suggerisce che la nascita delle polpette può essere ricondotta durante i banchetti reali; sul tavolo di preparazione rimanevano diverse varietà di scarti di cibo che non venivano riutilizzati: i domestici allora impastavano tutto quello che rimaneva per formare delle piccole porzioni che poi venivano fritte e consumate. Quello che rimaneva sulle tavole reali erano proprio residui di pane, di carne, di patate lesse, di aglio e di prezzemolo: insomma gli ingredienti basi per le nostre polpettine. Ovviamente il medioevo era un periodo fortemente cattolico, dunque festeggiavano i periodi “pre-quaresimali” con grandi banchetti, tale da poter giustificare la nascita di questa pietanza proprio nel periodo di Carnevale. Diverse volte ho avuto l’occasione di poter affermare che la gastronomia non è solo arte nella cucina ma materia di studio antropologico tramite cui possiamo analizzare i vari aspetti della vita e l’origine dei costumi della nostra storia. Anche in questo caso la semplice descrizione di una ricetta può proiettarci in periodi storici lontani da noi, assaporando “questioni di gusto” che non ci appartengono, per saggiare piccole parte di storia dei nostri avi…

Top
Condividi su Facebook
Condividi su Twitter
Condividi su Whatsapp
Condividi su Linkedin