Attualita'

La Corte d'Appello "sfratta" il Museo del Grand Tour

notizie

La sentenza di primo grado aveva dato ragione ai frati minori di Baronissi

Ora anche la Corte d’Appello di Salerno, respingendo il ricorso della Fondazione Vico, ha stabilito che i locali che ospitano il Museo Paestum nei percorsi del Grand Tour dovranno tornare alla della Provincia religiosa Salernitano-Lucana dell’Immacolata Concezione dei Frati minori. Inoltre la Fondazione è stata condannata al pagamento delle spese di giudizio, ovvero 5000 euro, in favore della Provincia religiosa. E’ questo l’ultimo capitolo di una battaglia a suon di carte bollate che va avanti da anni, tra i frati, proprietari del convento di sant’Antonio, in una cui ala è ubicato il museo, e la Fondazione Gimbattista Vico che li aveva ottenuti in comodato d’uso gratuito proprio dai frati, e che nel 2003 vi aveva inaugurato il museo. Il museo del Grand Tour ospita oltre 150 opere originali che costituiscono un suggestivo itinerario sulla rappresentazione iconografica di Paestum, dal documentarismo settecentesco alla vivacità delle opere ottocentesche: opere del Morghen, di Thomas Major, tavole di Giovan Battista Piranesi e un dipinto di Franz Ludwig Catel. Opere che rappresentano Paestum in un periodo di riscoperta e di grande interesse per gli intellettuali di tutta Europa.

Al di là della battaglia in tribunale, in tanti negli scorsi mesi si sono schierati in difesa del museo aderendo a raccolte di firme e manifestazioni di protesta. Ma alla fine a mettere la parola fine è stato il tribunale. Ora le opere dovranno trovare un’altra “casa” e potrebbero anche rimanere a Capaccio, considerato che il Comune nei mesi scorsi aveva offerto dei propri locali.

Top
Condividi su Facebook
Condividi su Twitter
Condividi su Whatsapp
Condividi su Linkedin