Cultura

Il diario di CiLento in bici: da Cannalonga a Pellare!

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Dopo chilometri e chilometri di pedalate, è arrivata ieri, per Carla, anche la prima (e speriamo unica) caduta dalla bici. Fortunatamente non è nulla di grave e così, col sorriso sul viso, entrambe le ragazze proseguono il proprio cammino. Il  borgo cilentano in cui si imbattono è Cannalonga, apostrofata "Carlalonga..longa nderra" proprio in conseguenza del piccolo incidente di percorso.Ecco cosa scrivono: "Una caduta non poteva mancare...
Ci infiliamo nel centro storico e raggiungiamo la piazzetta nella quale torneremo la sera dopo aver cenato al ristorante La Diga, gestito dal simpaticissimo Raffaele che, oltre alla cena, ci offrirà anche il pernottamento. Di sera la piazzetta è ancora più suggestiva; ci raggiunge Felice  con il quale rimaniamo a parlare fino all'una di notte di tutto ciò che potremmo realizzare insieme partendo da questo viaggio. Nel frattempo la luna fa capolino tra le nuvole disegnando strane figure nel cielo.
E' tardi....andiamo a dormire"
.

Oggi, invece, la destinazione è stata Pellare. "Lasciamo Cannalonga abbastanza presto; a Pellare ci aspetta nel suo laboratorio di scultura Emanuele Stifano, genio talentuoso capace di trasformare un parallelepipedo di marmo di 80 quintali in un'opera d'arte di inimmaginabile bellezza. Visitiamo il laboratorio di Emanuele in compagnia di Angelo Loia, incontrato per caso in paese (....ma per caso in questo viaggio non esiste....) Angelo porta con se l'inseparabile chitarra, ci fa ascoltare uno dei pezzi del suo ultimo lavoro e ce ne scrivo il testo su un foglio..un'altra forma d'arte, l'ennesima in un territorio che appare tanto ricco di creatività quanto di bellezze naturali.

Ci fermiamo increduli a guardare il San Bartolomeo, scultura alla quale Emanuele lavora da tempo. L'opera intimorisce, quasi spaventa per la tensione dei muscoli, per la lacerazione della pelle, per l'espressione di dolore del viso. San Bartolomeo è il Santo patrono di Pellare; pensava a questo mentre liberava la figura da quell'enorme pezzo di marmo di Carrara. Immaginava di collocarlo dove tutti i suoi fedeli avrebbero potuto ammirarlo...ebbene, scopriamo che per una vicenda che non sta a noi raccontare, l'opera una volta finita, verrà collocata altrove, lontana da Pellare e dai pellaresi, ma soprattutto lontana da tutti coloro che riconoscendo a questo uomo l'enorme talento, non potranno gioire nel saperla ancora in terra di Cilento.
Grazie Emanuele
".



 

 

 

 

 

 

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