Il Cilento dei Cilentani

Il Cilento e la “commemorazione dei defunti” nel panorama culturale

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Il Cilento, terra di storia, miti e tradizioni, custodisce un inestimabile patrimonio culturale. In questo contesto si nota l'assenza di tali aspetti in una delle ricorrenze più sentite special modo nel panorama cristiano: la commemorazione dei defunti.

Le ricorrenze cicliche sono vissute sempre con particolare attenzione, momenti legati sopratutto ad aspetti religiosi. Mentre il Natale e la Pasqua, e altre ricorrenze presenti nell'anno, sono festività in cui si innestano corposi rituali e tradizioni, nel Cilento la “ricorrenza dei morti” è legata quasi esclusivamente ad un profondo rispetto verso i propri cari defunti. Dal punto di vista delle tradizioni, il Cilento non mostra alcuna rilevanza per questa ricorrenza, come invece accade altrove anche sotto l'aspetto gastronomico. È d'uso, infatti, in alcune realtà italiane, la preparazione di dolci tipici legati proprio alla ricorrenza dei morti: tale aspetto è completamente assente nelle nostre zone finanche nella cultura orale e non si rintracciano, a memoria, elementi utili che possano far supporre in passato un apparato culturale legato alla commemorazione dei defunti. In tempi più recenti, invece, il Cilento ha in un certo qual modo “aderito” alla tradizione di origine anglosassone “Halloween” una festività che trae le sue origini da ricorrenze celtiche ed ha poi allargato la sua influenza in diverse zone del globo. Quella di Halloween, dunque, risulta essere una importazione che non ha alcuna radice nelle nostre terre, e nonostante sia celebrata la notte del 31 Ottobre, vigilia di Ognissanti, viene spesso associata alla ricorrenza della commemorazione dei defunti. Tuttavia, nel nostro paese, il fenomeno riveste i panni di “festa” per la fascia di popolazione più giovane e per i più piccoli.

Eppure, nonostante l'assenza di particolari attività legate alla commemorazione dei defunti, il tema della morte nel Cilento è pienamente presente nella cultura popolare con tutti i suoi aspetti. Significativo è l'esempio del “Venerdì Santo” in cui viene rievocata la Passione di Cristo con suggestivi rituali in tutto il Cilento Antico: la presenza delle caratteristiche “congree” rappresenta l'apice nel rivivere la Morte del Cristo, con profonda e accesa devozione scandita da canti ed invocazioni.

Nei proverbi, il tema della morte è presente in molteplici aspetti e qui svela le sue diverse sfaccettature. Numerosi detti popolari, a vario titolo, richiamano il tema della morte, spesso con paragoni o associati a modi di dire: vizio e natura finoa la morte rura (Il vizio e il carattere durano fino alla morte); la mala erva nu more mai (L'erba cattiva non muore mai); l’avaro è come lu puorco, è buono roppu muortu (l’avaro è come il porco è buono dopo morto); appaurate re li vivi ca li muorti stano pe li fatti loro (Spaventati dei vivi, i morti se ne stanno per fatti loro). E ci sono qui proverbi che presentano una discutibile interpretazione; in realtà, celato sotto un frase apparentemente non condivisibile, si nascondo significati profondi, frutto dell'esperienza maturata in tempi meno floridi: a chiange lu muorto so lacrime perse (Piangere il morto, sono lacrime sprecate).

Un pensiero verso i defunti, nel suo silenzio, rimane l'aspetto più significativo del profondo rispetto che l'uomo nutre verso coloro che non sono più in vita sulla terra: in occasione della commemorazione dei defunti, il 2 Novembre la visita ai cimiteri si presenta come un atto di morale dovere che investe le nostre coscienze.

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