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Cilento: i porti furbi e intelligenti che distruggono le spiagge

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La mano dell'uomo rischia di distruggere le spiagge del territorio anziché preservarle dall'azione del mare. E' questa la denuncia del professore Franco Ortolani, docente dell'Università Federico II di Napoli, che denuncia una serie di criticità, lungo tutta la costa cilentana, fino al Golfo di Policastro, dovuta all'intervento dell'uomo.

"Ad Agropoli - dice il professore Ortolani - l’amministrazione comunale e quelle gerarchicamente superiori stanno giocando in maniera non trasparente ma “duro” sul futuro della spiaggia che caratterizzava il tratto costiero compreso tra la foce del Fiume Testene ed il promontorio su cui sorge il Castello

In pratica gli amministratori da decenni hanno prima favorito l’erosione irreversibile della spiaggia, di circa 350 m di lughezza, sotto al centro storico facendo realizzare un pennello sempre più lungo in sinistra orografica con la conseguenza di impedire il naturale rinascimento della spiaggia ad opera dei sedimenti trasportati dalle piene fluviali. Ora hanno fatto finanziare un progetto spacciato per difesa costiera ma che in effetti rappresenta la base strutturale di un porto come propagandato in passato. Il porto sottrarrebbe il bene comune spiaggia ai cittadini e di fatto privatizzerebbe la quasi totalità della spiaggia. La spiritosa messinscena del porto camuffato da difesa costiera presenta oscure e malcelate mire di “sottrazione non autorizzata di bene comune spiaggia".

Ma il caso di Agropoli non è l'unico che il professore Ortolani mette in evidenza. Altro esempio è Capitello, località costiera del comune di Ispani. "Sullo splendido lungomare di Capitello - denuncia il docente della Federico II - è stato realizzato un intervento di “difesa costiera” visibilmente non adeguato che ha provocato la scomparsa irreversibile di circa 300 metri di spiaggia libera (complessivamente circa 9000 metri quadrati) provocando danni alla strada costiera. Il guaio è stato provocato da un pennello perpendicolare alla spiaggia che, dal cartello che spiegava il tipo di lavori, è stato realizzato con un finanziamento per opere portuali.

Si tratta forse di un “molo intelligente” spacciato per opera di difesa costiera? Dal molo-pennello è iniziata la realizzazione di una seconda barriera emersa parallela alla riva che dovrebbe avere scopi difensivi. Dal momento che non si capisce come tale opera emersa possa fare ricostituire la spiaggia (il trasporto lungo costa è completamente intercettato dal primo molo intelligente) potremmo chiamarla “secondo molo intelligente?"

"Ma tanta intelligenza pulcinellesca - sottolinea in conclusione il professore Franco Ortolani - non può che fare pensare ad un disegno nascosto: realizzare un nuovo “porto intelligente”. Cosa fatta capo ha! Trovata geniale! Peccato che circa 9000 metri quadrati di spiaggia sono scomparsi irreversibilmente! Chi mi ripagherà i danni morali dal momento che non mi posso più distendere a prendere il sole? E i soldi spesi per riparare la strada costiera, chi li rimborserà alla comunità?".

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